Il gruppo della trasgressione

Angelo Aparo

 

Chi e perché?

Dal settembre del 97, nella sezione penale del carcere di San Vittore, è attivo un gruppo di lavoro che si riunisce due volte la settimana per riflettere sul tema della trasgressione. E' un gruppo di discussione aperto, che invita almeno una volta al mese degli ospiti (medici, giuristi, giornalisti, religiosi, artisti, gente dello spettacolo), con i quali si confronta sugli argomenti trattati nelle riunioni interne.

Il nucleo originario del gruppo, costituito da una quindicina di detenuti e dallo psicologo della sezione, dott. Angelo Aparo, nell'aprile 2002 ha trovato il suo complemento in un gruppo di studenti che lavora all'esterno in sinergia col gruppo interno. Da luglio 2002 il Gruppo si è unificato, con detenuti e studenti che

 

Gli obiettivi principali del lavoro sono due:

  1. riflettere sulle diverse trasgressioni di cui l'essere umano ha esperienza, cercando assonanze ed elementi di continuità nella differenza;


  2. stimolare la società esterna a rivolgere la propria attenzione al carcere, per cercare, dentro al mondo dei detenuti e dell'istituzione, parte di sé e delle proprie contraddizioni.

L'assunto di riferimento è che in ogni campo dell'espressione umana possono essere rintracciati esempi di trasgressione, giacché da sempre avviene che l'uomo:

  1. codifica dei criteri per esprimere il proprio mondo interno e per organizzare efficacemente il proprio rapporto con la realtà


  2. sente, prima o poi, che i codici espressivi, le regole sociali, i criteri scientifici elaborati in precedenza non gli garantiscono più lo spazio sufficiente per esprimersi e per operare nella realtà fisica e sociale attuale


  3. deroga, in maniera più o meno "esplosiva", dai codici precedentemente elaborati, stimolando in tal modo la collettività ad una riflessione critica sulle norme precedenti e, qualche volta, alla rielaborazione delle stesse.


 

Perché in carcere?

La scelta di attivare in carcere il "Gruppo della trasgressione" nasce dalla considerazione che nell'immaginario comune la trasgressione identifica lo sconfinamento dalle regole operato da chi commette un reato, ma anche l'area entro la quale è possibile visualizzare con simpatia:

  1. molti comportamenti del mondo infantile
  2. alcuni aspetti seminascosti, ma accettabili di sé
  3. alcune personalità eccentriche, ma dotate di fascino
  4. alcuni interventi creativi degli uomini che hanno inciso positivamente sulla storia dell'arte, della scienza, del costume.

Una riflessione sul tema della trasgressione, portata avanti in collaborazione fra cittadini comuni e detenuti poteva quindi risultare utile a ridurre la frattura che il muro di cinta comporta inevitabilmente.

Ma visto che alcuni fra i principali attori della trasgressione risiedono in carcere, perché non iniziare proprio da qui?

 

Breve storia del Gruppo

Nel settembre del 97 cominciano gli incontri del gruppo. Sono disordinati, tumultuosi, ma molte persone appaiono sinceramente interessate. Non è facile superare le difficoltà che l'ambiente comporta, né le resistenze che molti detenuti vivono verso un'attività che li invita a mettersi pubblicamente in gioco assai più di quanto sia costume all'interno delle mura carcerarie.

Anche se lo stile della comunicazione fra i partecipanti lascia molto a desiderare, nel giro di qualche settimana si viene a creare una base comune di interrogativi, di idee e di intenti.

Nel corso degli incontri ci si chiede, insieme con i primi ospiti, se esista una matrice comune:

  1. nel comportamento del bambino e dell'adolescente, la cui trasgressione corrisponde a volte ad una ricerca della propria identità attraverso la sfida;


  2. nel comportamento distruttivo di chi trasgredisce alle regole con danno per sé e per gli altri;


  3. in quelle trasgressioni ai codici che così frequentemente avvengono nel campo dell'arte, della scienza, del costume, e che contengono un potenziale creativo e di rinnovamento della società.

Dopo alcuni mesi vengono concordate delle mete di riferimento e delle attività per coltivarle:

 

Le mete

  1. la crescita individuale e collettiva dei partecipanti attraverso una riflessione critica sui diversi aspetti della trasgressione, compresi quelli che hanno inciso sul loro percorso personale


  2. un rapporto con la realtà esterna tale per cui i partecipanti passino dal ruolo di persone da aiutare a quello di soggetti attivi, portatori di un loro sapere in divenire

 

Le attività

  1. contributi scritti personali o di piccoli gruppi sul tema a partire da un comportamento o da un evento che possa essere considerato trasgressivo, con lettura e commento collettivo delle riflessioni proposte


  2. interviste a personaggi famosi e non, con una competenza specifica nei campi dell'arte, della scienza, del diritto, della comunicazione, del costume

L'attività del gruppo, che si era andata esaurendo via via che molti dei membri fondatori erano andati in libertà, si è rivitalizzata da quando i detenuti hanno avuto la possibilità di interagire con un nutrito gruppo di studenti della Facoltà di psicologia della Università Statale della Bicocca - Milano. Studenti e detenuti incrociano i loro scritti sul sito e conducono all'interno e all'esterno del carcere attività coordinate: interviste sulla sfida, lavori collettivi per i convegni "Luci e ombre", elaborazioni su temi "Andando per miti", la realizzazione di un film sulla sfida "51 giorni", progetti per intervenire in quartieri o in situazioni scolastiche con adolescenti a rischio.