Un giorno della nostra storia

Oggi sono stata a trovare Pasquale all'ospedale, poco prima che lo dimettessero, pronto ad andare nella struttura semi-ospedaliera di cui ancora non sapeva indirizzo.

Sono andata con Luca. Avevo piacere che lo conoscesse e sapevo che sarebbe comunque stata una sorpresa gradita. Infatti, nonostante non si regga in piedi, appena gli hanno detto che c'era una donna con un bimbo piccolo che lo attendeva nel salottino (giustamente mi hanno detto che Luca è troppo piccolo per farlo entrare in un luogo dove c'è chemio e malattia) si è "precipitato" ad abbracciarci.

Quando ha voltato l'angolo e il nostro sguardo si è incrociato, la sua figura attuale si è sovrapposta al ricordo. Ho avuto un tuffo al cuore. Passo strisciante, andatura zoppicante, testa china da un lato, un occhio più chiuso dell'altro. Magro, molto magro.

Un abbraccio forte, un sorriso deciso e subito uno sguardo verso il basso per conoscere Luca. Abbiamo parlato poco nel salottino, un po' perché Luca continuava a giocare col telecomando e a chiedere o a me o a Pasquale di cercare i cartoni (che a casa non guarda mai..), un po' perché la stanchezza fisica ha preso il sopravvento e la necessità di stendersi non gli permetteva di continuare.

Più che le poche parole, mi rimane l'immagine dell'uomo in giacca e lupetto, che ha sostituito la giacca con una più comoda, ma ingombrante vestaglia. Mi rimane lo sguardo.

Livia, potresti mandarmi il suo numero di cellullare. Lui non se lo ricordava.

Alcuni scritti di Pasquale… e il suo cellulare: 327 2049805