In classe con gli studenti di Carate | |
Livia Nascimben | 11-12-2003 |
Si è svolto ieri il secondo incontro con gli studenti di Carate per il progetto “Dalla sfida privata all’agorà”. Noi studenti del gruppo e due ex detenuti che ne hanno fatto parte da dentro il carcere, Ernesto Bernardi e Romeo Martel, siamo andati alla scuola Leonardo da Vinci per fare conoscenza delle altre due classi, una prima e una terza, che insieme alla quinta incontrata sabato 20 novembre a San Vittore, partecipano al progetto.
Come introduzione all’incontro è stato esplicitato il senso del titolo del progetto.
L’adolescente è in una fase di sviluppo in cui vive intensamente le proprie sfide; queste possono essere interpretate in diversi modi:
Si è cercato di interagire stimolando i ragazzi ad intervenire con domande o riflessioni su alcune delle tematiche che saranno oggetto di studio durante questo anno scolastico.
Romeo
Trasgredisci e finisci in carcere; poi arriva il momento in cui ti poni delle domande sulla tua vita, sulla tua condotta, sul senso che hanno le cose, sul tuo passato e sul tuo futuro.
In carcere ho trovato un’opportunità per riflettere, al gruppo.
Passi una parte della vita creandoti un simbolo nel detenuto “famoso” che ha sfidato le regole, ma ci sono anche altri modi per trasgredire e ottenere risultati non solo per te stesso ma anche per gli altri.
Arriva il giorno in cui apri l’album della tua vita e cominci a sfogliarlo al contrario: scopri le tue imperfezioni, soffri. Ma non puoi continuare a fuggire, anche ciò che non ci piace di noi stessi ci appartiene; è necessario mettere in comune le proprie contraddizioni e sfidarle collettivamente.
Ernesto
Il carcere è un luogo di punizione e sofferenza ma può anche essere un luogo dove è possibile rivedersi. Io non sono uno scrittore, non sono un poeta ma un giorno ho portato questo scritto al gruppo. E legge “Sogni miei”
Dopo uno studente della classe prima legge uno stralcio da “Non era questo il primo sogno” e ne riassume il contenuto.
Studente
A volte non si è in grado di realizzare i propri sogni e in quei casi bisogna cercare una via differente per riuscirci.
Aparo
Ognuno ha dei sogni. I sogni, strada facendo, devono essere modificati per tenere conto dei limiti della realtà. I sogni possono rompersi ma alcuni possono essere ricomposti e risultare più belli di quelli originari: la vita acquista sapore mano a mano che ti accorgi che è sporca.
Antonella
Il muro evoca chiusura, mancanza di comunicazione, separazione; ma le mura possono anche proteggere, sostenere e all’interno dello spazio che delimitano si può costruire e fare cose interessanti. Noi siamo partiti dal muro come elemento di separazione per cercare, attraverso un lavoro, di farlo diventare esperienza di superamento. In carcere organizziamo incontri e convegni con i cittadini comuni con lo scopo di favorire la comunicazione fra due parti di società separate, la società libera e quella detenuta.
Uno studente chiede a Romeo cosa si prova a restare chiusi tra le mura.
Romeo
Esistono due tipi di chiusura, tra le mura del carcere e prigionieri di se stessi.
Hai un prezzo da pagare, ma è meno alto quando accetti di essere chiuso fra quattro mura. A volte la sensazione è talmente soffocante che hai il desiderio di morire, ma uccidersi sarebbe come scappare. Per sentirsi meno chiusi bisogna tornare al momento in cui si aveva la sensazione di vincere sfide improbabili e avere la volontà di attraversare la coscienza che spesso fa da giudice.
Uno studente legge “La torta imperfetta”, poi si tenta di capire cosa volesse comunicare quello scritto.
Studente
Secondo me la torta non è una torta vera ma rappresenta simbolicamente qualcosa, di cui però non so dire.
Studente
Per me, la torta è un lavoro, se lo si fa male non lo si vuole portare come frutto.
Aparo
Cosa comporta non consegnare le cose agli altri quando le si giudica imperfette?
Studente
Ad esempio, continui a mangiare le torte per te imperfette, le mangi per punizione e ingrassare diventa una pena.
Studente
Sbagli se non consegni agli altri ciò che fai perché non ti confronti con te stesso. I tuoi errori possono essere utili a te stesso e agli altri.
Livia
La torta era una torta vera! Quello scritto vuole dire che è un brutto affare volere raggiungere la perfezione ad ogni costo! Quando pensi che se non hai un corpo perfetto, se non sai parlare bene, se non hai qualcosa di splendido da dare non vale la pena mostrarsi, il rischio è che la perfezione a cui aspiri diventi tirannica e tu rimanga fermo e imprigionato.
Aparo
Mentre ascoltavo leggere lo scritto sulla torta mi è tornata in mente la frase finale dello scritto di Ernesto: “Li comporrò [i sogni] insieme ai sognatori veri e a quelli falsi”. Cosa significa?
Nel mondo spesso si fa distinzione tra cose false e cose vere e si tende a non dare valore a quelle false; mentre Ernesto vuole comporre i propri sogni anche insieme ai sognatori falsi. Ma chi sono i sognatori falsi?
Studente
I sogni veri sono quelli costituiti da una meta, un traguardo da raggiungere.
I sogni falsi sono quelli che racconti alla gente tanto per dire qualcosa.
Studente
E’ difficile fare una distinzione fra sogni veri e sogni falsi, sempre sogni sono.
Studente
I sognatori veri sono le persone che credono ai propri sogni e si impegnano per realizzarli. I sognatori falsi sono le persone che sanno di non potere realizzare i propri sogni.
Ernesto
Chi si illude è un sognatore falso; io voglio sognare anche insieme a chi si illude per dare loro una mano a sognare meglio e per imparare qualcosa dallo scambio.
Marta
A volte per la nostra crescita i sogni falsi sono importanti.
Ci si può appoggiare ai sogni falsi per raggiungere quelli veri.
Studente
Non tutti i sogni sono realizzabili ma tutti hanno un valore.
Uno studente chiede a Rossella come ci siamo avvicinati al gruppo e come abbiamo iniziato a lavorare insieme ai detenuti.
Rossella
Abbiamo seguito un corso tenuto dal Professor Aparo all’università sulla Devianza in età adulta e una volta terminato il corso e fatti gli esami abbiamo continuato a studiare insieme. Poi è nata la passione e l’impegno ed ora il gruppo è scambio, confronto, arricchimento e conoscenza.
Uno studente legge una traccia di un possibile tema sulla maschera; si cerca di capire a cosa possa servire indossare una maschera.
Studente
Una maschera ha tante funzioni, ad esempio, nascondere e modificare qualcosa di te stesso.
Studente
Ognuno ha diverse maschere da potere utilizzare. Le maschere possono variare secondo le situazioni e le funzioni che svolgono.
Studente
Chiedo all’autrice dello scritto perché si indossa una maschera e come si fa a darle forma.
Alice
Indossare una maschera non è da vedere necessariamente in senso negativo, la maschera è uno strumento che hai a disposizione per rapportarti agli altri e ne puoi fare diversi usi.
Studente
Ma se mostri sempre una parte di te, allora non sei mai mascherato.
Aparo
Maschera in latino significa persona. Un tempo gli attori di teatro sul palcoscenico parlavano attraverso delle maschere, da cui PER-SONARE, risuonare attraverso.
Il termine persona, ciò che ci identifica, ha la sua origine proprio in “maschera”, lo strumento che serviva per comunicare i sentimenti degli attori.
La maschera nasconde ma permette anche di interpretare un personaggio, uno dei personaggi che ci costituiscono.
La maschera si pone al confine tra ciò che è vero e ciò che è falso, tra ciò che si è e ciò che si ha bisogno di rappresentarsi agli altri.
Romeo
Faccio tre esempi di maschera.
Quando rapini indossi una maschera per commettere un reato.
Quando lavori a teatro nascondi una parte di te stesso e ne valorizzi un’altra per potere, ad esempio, giocare coi bambini e farli divertire.
Quando pratichi lo Shiatsu (una disciplina evolutiva che valorizza le proprie risorse vitali grazie alla pressione palmare e digitale lungo il percorso dei meridiani dell’organismo) utilizzi il tuo corpo come strumento per sentire l’energia libera e bloccata del corpo e della mente dell’altro e vorresti separarti dal corpo, togliere la maschera, per sentire meglio, ad un livello più elevato.
Studente
Secondo me ci sono maschere positive e maschere negative; quelle positive le utilizzi per essere educato e rispettoso verso gli altri; quelle negative sono costituite da quegli atteggiamenti presuntuosi che assumi in compagnia.
L’incontro si conclude al suono della campanella.
Il prossimo appuntamento sarà, per gli studenti di Carate, lo svolgimento del tema in classe, per i membri del gruppo, la lettura e la selezione, aiutati dagli insegnanti, dei temi più significativi su cui lavorare in vista del convegno di fine anno.