Il tossicodipendente

 

Ieri ho sbirciato per caso fra alcuni libri in una libreria e sono stata attratta da un capitolo di uno di questi intitolato "Tossicodipendente: delinquente o malato?". Ne ho letto alcune righe.
Dicevano che è opinione condivisa da molti che il tossicodipendente

E allora come considerarlo, un delinquente o una vittima?

Dobbiamo ritenerlo un individuo che per propria colpa e leggerezza ruba per avere i soldi necessari a comprarsi una sostanza illegale? Oppure è meglio considerare la droga come la conclusione di qualcosa che viene prima, come frutto di un'educazione sbagliata, difficoltà e mancanze?

Si sceglie o non si sceglie di drogarsi? Si è costretti o no a rubare per procurarsi la droga?

E' meglio far marcire un tossicodipendente in carcere o dargli una seconda opportunità per riscattarsi e curarlo in un centro di recupero? E' meglio misurare quanto la sua condotta abbia sconfinato dalle regole o orientarla verso mete costruttive?

Ma che senso ha decidere se sia meglio definire un eroinomane delinquente o malato? Inserirlo in una categoria piuttosto che in un'altra?

Dividere il mondo in categorie dai confini ben definiti, in buoni e cattivi, in vittime e persecutori permette di contenere i propri sentimenti di angoscia di fronte a ciò che non si comprende, ma dove porta?

Ogni volta che la società si trova davanti a un reato deve fare i conti con il danno sociale, morale e personale che rimane e si deve anche chiedere cosa fare col reo.

E di fronte al reo, perché dovremmo caricarci delle sue ombre? Cosa si perde a difendersi dalle ombre e cosa si guadagna? E' vero che Le ombre ci appartengono o non ci appartengono? Ci riguardano? Ci arricchiscono? Ci conviene andarle a cercare per comprenderle? o è meglio definire le responsabilità di chi ha comunque sbagliato? Magari misurando quanto un individuo sia stato capace di intendere e volere al momento del reato?

E' ragionevole avventurarsi lungo un percorso incerto - che per definizione spaventa - e vedere se e come sia possibile orientare e responsabilizzare un individuo, senza condannarlo a portare l'etichetta di delinquente tutta la vita? E' meglio avere la certezza di una pena senza sconti e di un carcere sicuro per tutta la durata della pena o aprirsi al dubbio che il delinquente sia dentro ad ognuno di noi?

Ma allontanando il buio e le paure da noi come si può crescere? Lei ha detto una frase di cui mi sono persa un pezzo; mi sembra dicesse.."ciò che nella realtà la ombre esclude senza bonificare, non può essere……"?


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