Ho accolto l'invito a riflettere sul tema della trasgressione come un tentativo, coinvolgente e provocante, teso a coinvolgere in una discussione costruttiva uomini e donne molto diversi tra loro, per cultura, nazionalità, professione.
"Il senso della vita e il senso delle cose che si fanno", come nota il prof. Stella, sono interrogativi che non fanno parte della nostra coscienza, forse perché continuamente oscurati da affannosi tentativi di successo.
Personalmente, la parola "trasgressione" mi rimanda alle ragazzate fatte insieme agli amici tanto per divertirsi, per cercare quel senso di eccitazione date dal fatto di compiere un atto "proibito". Così, bigiare la scuola, rubare un rossetto o un cartello stradale, sono avventure che oggi ricordo intensamente e con divertimento, come una parte del mio bagaglio di esperienze e di ciò che sono oggi.
Allora non credo di aver riflettuto molto sul perché di quelle azioni: semplicemente erano stimolanti, regalavano adrenalina. Oggi, ripensandoci, riesco ad interpretare quei momenti come il frutto di una ricerca di autonomia, una verifica di quei limiti e di quelle certezze che, pian piano, avrei fatto miei.
L'impulso a trasgredire, ad andare "oltre", rappresenta la sfida continua verso qualcuno o qualcosa che sta limitando la realtà a cui provi ad adeguarti.
Questo "testare" le proprie capacità nel mondo che ci circonda nasce dalla ricerca di una nuova identità, una ribellione verso il Sé dei giorni precedenti.
Io, di spazio dove sperimentare me stessa, ne ho avuto abbastanza; le mie trasgressioni, rimaste "innocenti", mi hanno accompagnato nel cammino della crescita.
Questo perché, insieme allo spazio, ho potuto beneficiare di punti di riferimento che hanno permesso che i sentimenti di fiducia e sicurezza crescessero in me insieme al rispetto dei valori proposti.
Ma quando queste premesse vengono meno, la trasgressione può diventare l'unico modo per comunicare una mancanza - di spazio, di mezzi, di coscienza, di affetti -.
Mi domando: se quelle regole non fossero state filtrate da persone che ho sentito "mie", sarebbero ancora dentro di me?