La padronanza delle proprie scelte |
Renato Vallanzasca | 28-11-2008 |
Si è sempre e comunque padroni assoluti delle proprie scelte?
Personalmente, ne sono sempre stato decisamente convinto. E quanto più torno indietro nel tempo, tanto più forte ritrovo tale convinzione!
Ma in questo periodo, Bruno mi bracca con la sua domanda: “Renato, ma si può sapere come la pensi? Io non l'ho mica capito!” E... come posso dargli torto, se neppure io lo so esattamente… cerco di spiegarmi ...
Dalla lunga discussione mi è parso subito evidente che, sostanzialmente, ci si è divisi in due correnti di pensiero:
Sì, lo so, sono sempre io che parlo, ma... non ho mai sostenuto di essere il massimo della coerenza... anzi... rivendico per ognuno, non solo il diritto di cambiare idea, ma addirittura di poter essere in mezzo al guado, cioè di essere, per alcuni versi, d'accordo con gli uni e, per altri, convenire con il partito di chi sostiene che le scelte finiscono troppo spesso per essere condizionate da concetti indotti…
Più ci rifletto e più trovo che entrambe le tesi contengano delle verità! Quanto queste possano essere parziali non l'ho ancora stabilito, ma, per quel che mi riguarda, è da molto tempo che ho finito le certezze... anzi, pensandoci bene, credo di averne avute veramente poche sin dall'infanzia!
Se qualcuno, per evitare di fare conti col proprio operato, attribuisce alla società, alla famiglia, alla scuola l’origine dei suoi errori e, in tal modo, cerca di deresponsabilizzarsi dietro l’alibi delle colpe degli altri, allora sono completamente d'accordo con Gigi; ma quando poi qualcun altro (Gualtiero) se ne esce con il “pensiero vigliacco”, cioè con l'inganno in cui è tanto più facile cadere quanto più si è giovani, non posso fare a meno di dar ragione pure a lui.
Sono convinto di non essere un qualunquista o una banderuola ... ma non è certo semplice districarsi in argomenti che tutto fanno fuorché dare certezze! Così, pur nella parte dell'indeciso pieno di dubbi, mi sono messo di buzzo buono a cercare di convincere gli altri attorno al tavolo che, a ben guardare, delle valide ragioni possono starci da tutte e due le parti!?
Ritengo che, grosso modo, ognuno sia rimasto della propria idea, tranne forse il sottoscritto che si è ritrovato, se possibile, più incasinato e dubbioso di prima! Ma questo deve essere lo scotto che si paga all'inesperienza della giovane età!
Al di là della facile ironia, utile per alleggerire il peso di certi argomenti, trovo che l'appartenenza a questo o quel partito possa avere una sua ragion d'essere, anche se entrambe si prestano a delle contestazioni:
Insomma, entrambe le posizioni potrebbero corrispondere a un tentativo di ottenere uno sconto per le scelte fatte: