Il pensiero vigliacco |
Gualtiero Leoni | 07-11-2008 |
Oggi al gruppo ci è stato riferito dell’incontro a Bollate con alcune insegnanti di Saronno e del tema della giornata: il disagio dei giovani. Provo a esporre il mio pensiero.
Sono convinto che sia essenziale essere chiari nelle spiegazioni, come sono convinto che ogni persona è quello che pensa. Di conseguenza, cerco di pensare la cosa giusta, reale, concreta, non illusoria e tanto meno “vigliacca”.
“Vigliacco” è una parola inusuale per descrivere un pensiero, ma secondo me, in alcuni casi, è la più appropriata. Solo un pensiero vigliacco può portare a comportamenti quali sono stati i miei passati, senza darti, sul momento, la possibilità di renderti conto della portata di ciò che stavi facendo.
Tornando al tema del disagio giovanile e del bullismo, penso che la difficoltà di muoversi entro le regole sia dovuta in primo luogo a disagi personali, quei disagi che la maggior parte dei giovani ha e di cui spesso non si rende nemmeno conto.
E’ difficile a volte guardarsi dentro e cercare la soluzione del problema reale. Si corre con le idee e con i pensieri che a quell’età sembrano appropriati, ci si mette contro tutto e tutti, immolandosi per cause che non si conoscono e che si fanno proprie solo per il gusto di sentirsi o di farsi sentire.
Ci sono situazioni in cui l’unico modo per sentire qualcosa è lasciarsi travolgere dal “pensiero vigliacco”, momenti in cui ascoltare ciò che abbiamo dentro non ci interessa. Piuttosto, ci interessa che ci sentano gli altri in un modo o nell’altro. E non importa se questo ci danneggia e apre a volte la strada a un lento suicidio.