L'idea del film nasce in risposta al desiderio di costruire un documento collettivo capace di rappresentare e di comunicare all'esterno del carcere i risultati degli incontri sulla sfida.
Molti membri del gruppo della trasgressione hanno un gran desiderio di utilizzare le attuali riflessioni in carcere per comunicare ai giovani avviati verso un percorso deviante (loro potenziali, ma indesiderati eredi) come molti detenuti adulti vedono oggi i loro trascorsi, i loro fallimenti, le loro aspirazioni.
All'interno del gruppo, tuttavia, molte persone osservano che se anche si ottenesse l'autorizzazione dalle autorità competenti (la magistratura di sorveglianza, la direzione di San Vittore e del Beccaria), la loro comunicazione correrebbe il grosso rischio di essere fraintesa o forse avvertita dagli adolescenti del carcere minorile come inattendibile. Impietosamente e ironicamente molti di loro si indicano a vicenda "da qual pulpito viene la predica
".
Emilia Patruno, lancia l'idea che ciò che si vuol comunicare può essere affidato a un film, un film sulla sfida, il tema di cui il gruppo si sta occupando e per il quale ha in progetto una ricerca.
L'idea viene immediatamente riconosciuta splendida da tutti.
Tutti sanno che San Vittore ospita ancora due dei tre registi che hanno realizzato "Campo corto": Marcelo Nieto e Santino Stefanini e si intuisce che non sarà difficile coinvolgere nell'impresa il regista Sergio Attardo, che a "Campo corto" aveva attivamente collaborato, producendosi in un rush finale di numerose notti alle attrezzature di montaggio per portare il film in tempo utile al festival di Courmayeur.
Si indice rapidamente una raccolta delle idee che fino ad oggi sono state messe insieme; si decide di bandire un concorso fra le mura di San Vittore e di chiedere a quegli studenti che volessero collaborare un loro contributo.
E così, già da qualche settimana si è in fermento nella prospettiva di individuare un soggetto, elaborare una sceneggiatura, iniziare le riprese.
Anche stavolta, al lettore la scelta di raccogliere la sfida o, semplicemente, l'invito a collaborare.