Impariamo a esseere pratici con tanta filosofia | A novembre una nuova facoltà alluniversità San Raffaele con Cacciari, Reale, Boncinelli e Severino |
di Gian Guido Vecchi
Il primo annuncio della nuova Facoltà di filosofia delluniversità San Raffaele è stato accolto con stupore e già questo era buon segno, lo stesso Aristotele spiegava che il filosofare inizia proprio dal thaumazein , la capacità di meravigliarsi. Figuriamoci adesso che don Luigi Verzé, il rettore, si prepara a elencare i nomi dei docenti che da novembre terranno i primi corsi nella splendida Villa Borromeo di Cesano Maderno, vicino a Milano, e soprattutto lidea che fonda limpresa. Unidea che Massimo Cacciari, preside della facoltà e anima di tutta loperazione, ha riassunto a modo suo, senza girare intorno allargomento: «Ciò che caratterizza gli stupidi di tutto il mondo è ritenere la filosofia astratta». Don Verzé, Cacciari ed alcuni dei prossimi insegnanti presenteranno lunedì la nuova facoltà. Già il titolo del convegno non lascia dubbi di sorta: «Scienza e filosofia: il pensiero concreto». Perché lidea di fondo è il ripensamento della filosofia come «prassi del pensiero», qualcosa di assai aderente al reale, ben diverso dai lazzi della serva tracia che prende in giro Talete caduto nel pozzo, limmagine solita del filosofo che guarda per aria e non saccorge di ciò che gli capita fra i piedi: «Qui si tratta di creare una comunità scientifica, tra studenti e docenti, che discuta e pensi oggi sulla relazione fra filosofia e prassi, intesa come politica, tecnica e scienza. Rimescolare le acque tra filosofia e scienza attraverso una ricerca comune», riassume Cacciari.
In altri termini, si intende superare la contrapposizione moderna fra sapere scientifico-tecnico e sapere umanistico-filosofico e praticare una riflessione tra filosofi, scienziati e allievi che in un certo senso ritorna allantico, come nellAccademia Platonica o nel Peripato di Aristotele. Emanuele Severino debutterà con un corso di ontologia fondamentale e sorride: «Proprio così, del resto lavvento della scienza è un grande episodio del pensiero filosofico. Penso possa essere qualcosa di assolutamente nuovo anche sul piano internazionale: insegnanti di diverse discipline e studenti che riflettono assieme, "fanno" filosofia, e non solo lezioni accademiche».
Tutto questo presuppone unidea di fondo, «oggi le facoltà di filosofia sono poco più di una sommatoria dinsegnamenti spesso casuali e senza alcun indirizzo unitario», si lamenta Cacciari. La Facoltà del San Raffaele, invece, «avrà due soli indirizzi, filosofia della prassi e mente e linguaggi », spiega il biologo molecolare Edoardo Boncinelli. «Lidea portante è farne una facoltà concreta, che formi filosofi e prepari le persone a fare qualcosa di concreto: che sia politica o giornalismo, il lavoro in una casa editrice o, perché no, nel campo dellintelligenza artificiale».
Del primo indirizzo, assieme a Cacciari e Severino, faranno parte uno studioso del pensiero antico come Giovanni Reale, il teologo Bruno Forte, leconomista Guido Rossi, e ancora pensatori come Salvatore Veca, Salvatore Natoli e Roberta De Monticelli, per citarne solo alcuni. Nel secondo, oltre a Boncinelli, insegneranno fra gli altri un genetista come Luca Cavalli Sforza, il logico Piergiorgio Odifreddi, storici della scienza come Enrico Bellone e del pensiero medico come Giorgio Cosmacini.
I due indirizzi non sono separati, spiega Boncinelli, esistono insegnamenti comuni: «Non bisogna dimenticare che una volta scienza e filosofia erano una cosa sola, il sogno di tutti è riportarle nellalveo comune. Per dire: il mio punto di vista personale è che circa il problema della conoscenza non ci si può non basare sulle conquiste della cosiddetta scienza cognitiva».
È un confronto fra saperi al quale non è estranea neppure la teologia, spiega Bruno Forte: «Enzo Bianchi insegnerà teologia biblica e patristica ed io, dal 2003, quella moderna e contemporanea. Come ama dire Cacciari, scienza e teologia procedono inseparabili, mai unite. La crisi della modernità ha prodotto una nuova condizione di dialogo, entrambe si scoprono povere davanti al mistero. La novità di questa facoltà sta proprio nel non voler cedere al debolismo della ragione, al nichilismo. Lo sforzo di pensare insieme mi sembra una sfida e una promessa: ciascuno di questi saperi deve liberarsi dai pregiudizi ideologici e totalizzanti, ciascuno può contribuire alla crescita dellaltro. È lintuizione della Fides et Ratio , la bella immagine del Papa che vede fede e ragione come due ali che permettono allo spirito umano di volare».
Un dialogo tra saperi che dovrebbe interessare anche il ministero, conclude Severino: «Ora che si parla di riforma scolastica ed universitaria, spero che tutto questo inviti a riflettere. Viviamo in un tempo che troppo facilmente si accascia su questo aut aut : o scienza o religione. E non vede che al di sopra di questi due atteggiamenti opposti cè una sapienza antichissima e tuttora viva, la filosofia. Per una volta, tertium datur ».