GAZZETTA DI PARMA |
Scrittori dietro le sbarre | Martedì 12 Marzo 2002 |
Poesie o racconti per ripensare l'esperienza del carcere
Un concorso aperto a tutti i detenuti e dedicato a Fabrizio de André
di Mara Varoli
Dedicato a Fabrizio De André, poeta degli esclusi, un concorso di poesie e racconti per i detenuti, sul tema «Ricordare-ripensare». Un concorso che è stato presentato ieri, alla presenza del direttore degli Istituti penitenziari di Parma Silvio Di Gregorio, del dirigente scolastico del Bodoni Pier Luigi Bo, della professoressa Marina Spora, dell'assessore alle Politiche sociali del Comune Maria Teresa Guarnieri, dell'assessore ai Servizi sociali della Provincia Tiziana Mozzoni, di Angelo Aparo, psicologo e rappresentante della Fondazione De André e di Piero Arganini dell'Irecop-formazione professionale regionale.
«Su proposta di Marina Spora e sulla base di esperienze passate abbiamo pensato a questo concorso per tutti i detenuti, grazie anche al contributo della Fondazione Cariparma e alla partecipazione della Fondazione De André - sottolinea Di Gregorio -. E' un segnale molto forte di attenzione dall'esterno per i detenuti, che attraverso la narrativa o la poesia hanno la possibilità di esprimersi e di raccontare una realtà anche legata a sentimenti di sofferenza».
«Un'iniziativa degna di stima - aggiunge Aparo - e dove De André rappresenta il padre putativo. Ha esplorato il male, l'imperfezione e ha saputo individuare qualcosa che potesse essere nutriente per la società: dal mondo deviante giungono infatti delle informazioni importanti per tutti. Così come è importante che la società si appropri del carcere».
Bo ha sottolineato che «senza questa apertura non ci sarebbe il lavoro quotidiano dell'insegnamento. Un lavoro in cui ci sono percorsi culturali molto interessanti, con una significativa capacità di ascolto».
«L'idea del concorso non è nuova - dice la Spora -. Quello che vorrei risultasse chiaro al cittadino è che il carcere non è solo il luogo in cui si espia una pena ma in cui si possono trovare quegli strumenti di recupero indispensabili alla sicurezza sociale. E a questo scopo siamo riconoscenti anche all'Irecop che dà l'opportunità ai detenuti di avere una qualifica. La peculiarità di questa particolare iniziativa è che è dedicata a De André».
Ogni partecipante potrà inviare tre poesie o un racconto di quattro pagine, in relazione al genere prescelto. E a giugno si svolgerà la premiazione del concorso, alla presenza di un rappresentante della Fondazione de André, probabilmente la stessa Dori Ghezzi. Per l'occasione, i detenuti metteranno in scena uno spettacolo sul contributo artistico del grande cantautore italiano. Una vera opportunità per chi è costretto a vivere dietro le sbarre: per esprimere in modo artistico una storia di vita realmente vissuta.
«Lo sforzo degli enti locali è quello di supportare iniziative per valorizzare occasioni di riflessione - spiega Guarnieri -. Il detenuto viene chiamato con questo concorso a rielaborare il proprio dolore, per trarre importanti insegnamenti».
«La finalità della pena è infatti quella della rieducazione e non dell'umiliazione della dignità della persona - conclude la Mozzoni - E credo che a Parma ci sia bisogno di riflettere su quello che rappresenta il carcere».