| Il potere dei super eroi |
Elena Mondini | Verbale Opera 13-02-2009 |
APARO: La persona che ha preso coscienza di poter fare del bene è più facilmente portata a riconoscere le proprie responsabilità sul male fatto.
Un detenuto consegna poche righe in cui dice di dare la sua definizione di violenza. Nel breve scritto spiega che nei momenti in cui commetteva un abuso sentiva che stava violentando la sua coscienza, ma che l’impulsività riusciva ad avere il sopravvento.
APARO: Chi commette un abuso, oltre a farlo nei confronti dell’altro, sta commettendo un abuso anche su una parte di se stesso?
BRUNO D: Io non avevo mai subito dolore e non mi rendevo conto del male che facevo. Solo quando ho sentito la sofferenza io stesso, ho cominciato a comprendere anche gli altri e il male che avevo provocato.
RENATO: Io mi mettevo un limite, dei paletti a quello che potevo fare e che non mi concedevo di superare. Ad esempio ho rischiato di farmi arrestare dalla polizia piuttosto che investire dei bambini che attraversavano sulle strisce. Stavo male e mi sentivo in colpa se venivano feriti dei passanti in un conflitto a fuoco, anche se non ero stato io a sparare.
APARO: Quando accetto con me stesso di commettere un abuso, ad esempio ricorrendo a una pistola per ottenere qualcosa, non commetto solo un atto illegale (cosa che sanno anche i bambini); in quello stesso momento accetto di essere vigliacco (cioè quella cosa che di solito fa schifo a chi sente di avere un suo codice d’onore). Perché? Semplicemente perché uso un potere contro qualcuno che ha rinunciato a priori a servirsi di quel potere.
Ognuno ha bisogno di dare un fondamento di liceità alla propria esistenza, alle proprie azioni, ognuno si confronta con i valori in cui crede, ovvero con i principi che fanno sentire una persona autorizzata a fare quello che fa. Inventare nemici serve a dimenticare senza sforzo la propria mediocrità.
A questo discorso si collega il tema del super-eroe. Ognuno da piccolo era legato ad un eroe dei fumetti e sognava di poter diventare come lui. Ma un super-eroe ha bisogno di nemici. Ad esempio, l’agente che sta facendo il suo lavoro e spara in un conflitto a fuoco diventa utile al rapinatore perché gli offre un nemico contro cui farsi eroe. I ladri di galline hanno bisogno che non ci sia nessuno a vigilare sul pollaio, ma chi punta a diventare eroe ha bisogno di combattere. La maggior parte delle rapine, a conti fatti, non vengono fatte principalmente per soldi ma per vivere l’ebbrezza del potere.
Ma fare delle cose davvero grandiose, come quelle di un eroe, per chi vive in città è difficile; se non abbiamo dei nemici a portata di mano, dobbiamo inventarceli. In alternativa, per diventare eroi, occorre farsi un culo pazzesco. E’ quello che faremo per il prossimo convegno sulle microscelte. Oltretutto, preparare il gol, per chi impara a giocare, è eccitante quanto preparare una rapina.