Entrare tra quelle mura mi ha fatto comprendere quanto sia piccolo e chiuso il microcosmo in cui viviamo, piccolo e chiuso perché l’egoismo ci spinge a vedere solo noi stessi e pochi frammenti della realtà che ci circonda. Altri frammenti sono invece spazzati dal vento dell’indifferenza. Voi mi avete aiutato a capire che siamo tutti allo stesso modo capaci di agire e pensare. Ciò che sta dentro di voi, bello o brutto che sia, sta dentro di me con le medesime potenzialità. E’ così difficile capirlo… ma voi mi avete regalato questa fortuna. Vorrei solo essere in grado di trasmettere quest’onda di pensieri per contagiare quelle persone che, vicino a me, pensano di essere superiori a simili sbagli e giudicano con asprezza chi li ha commessi. Non so quali siano gli strumenti più giusti, posso solo tentare, come ringraziamento a voi che avete contribuito a rendermi una persona migliore. Anonimo | Grazie! Può essere una cosa banale e forse scontata, ma per me vuole dire molto in questo momento. Non potete nemmeno immaginare quanto mi avete dato nel poco tempo che abbiamo passato assieme, io non ho parlato molto, questo è vero, ma ho ascoltato tanto. Quando ho scelto di partecipare a questo Workshop era curiosa di conoscere un aspetto della nostra società che non comprendevo e adesso posso dire che qualcosa in me è cambiato. Quando ho deciso di studiare Giurisprudenza pensavo di potere contribuire a lasciare il mondo un po’ migliore di come l’ho trovato aiutando le persone a fare sentire la propria voce, erroneamente pensando solo alle vittime, ma ho capito che tutti hanno bisogno e adesso so che chi ha più necessità è proprio chi ha sbagliato e non sa come ricominciare. Un saluto, Samuela (Cigno Leale) | Le parole se ne fregano! Anomimo | Grazie Massimo per il dono prezioso. Grazie Marcello perché sei stato il primo di cui ho letto qualcosa e che per primo ha parlato, il primo insomma. Grazie Armando perché ciò che hai detto mi ha scavato dentro. Grazie Eric perché ti sei esposto più di altri e poi sei uno scout. Grazie Georgiev perché hai condiviso con me e con gli altri Scouts la storia vera del tuo Basi. Grazie a tutti coloro che c’erano e che non hanno parlato ma ci hanno aperto i cancelli del carcere e ci hanno fatti entrare. Porterò a casa con me le vostre parole, rileggerò i vostri testi al mio clan di Brescia. Parlerò di voi; pubblicherò sul giornalino di cui faccio parte un articolo sul mio incontro con voi di sabato 9 aprile 2005, del gruppo della trasgressione, del prof. Aparo, degli studenti e di Voi anzitutto. Forse non servirà a nulla o forse magari farà riflettere come voi avete “costretto” me a riflettere. Ieri sono uscita da San Vittore un po' migliore di come sono entrata. E’ merito vostro, forse non lo sapete ma avete realizzato, per tre ore, lo scopo più alto cui uno scout può tendere. Sofia | Vorrei impegnarmi ad andare più a fondo su alcune tematiche inerenti al carcere, soprattutto ad interrogarmi sul significato di alcuni termini che utilizzo troppo spesso per permettermi di ignorarne tutte le sfaccettature. Anonimo | Vorrei trovare le parole giuste per questo messaggio che voglio lasciarvi, ma so benissimo che sarà difficile. Mi fermerei ore ad ascoltare chiunque ne abbia bisogno, mi fermerei ore a parlare con voi anche delle cose più banali, dei nostri sentimenti. Ho voluto tentare di ascoltare a fondo le vostre parole, i vostri racconti e cercare di capire. Forse un pochino mi avere aiutato a capire che la realtà del mondo che ci appartiene non è proprio come noi ce la immaginiamo. Grazie. Anonimo | Grazie a questo Workshop ho potuto cambiare molte opinioni sull’argomento carcere e ciò che gli gira intorno. E’ stata un’esperienza positiva che mi ha portato a riflettere su molte cose alle quali non avevo neanche mai pensato. Il dialogo che si può avere con i detenuti e le spiegazioni dei volontari e delle persone competenti aiutano molto e per questo le ringrazio. Credo di essere un po’ cresciuto grazie a questa esperienza e spero in un futuro di poterla ripetere. Infine quello che vorrei rientrasse in carcere di me è la voglia di vivere e di mettermi in gioco in modo da donarla a quelle persone che dietro a quelle sbarre la perdono pian piano! Grazie ancora, Licaone Randagio | Come direbbe De Andrè… “meglio lasciarci che non esserci mai incontrati”. Non era la prima volta per me in un carcere, sempre per servizio sono andata al Beccaria, dove però, anche per problemi d’età, non ho avuto la possibilità di un confronto su queste tematiche fondamentali. Con le vostre storie, che mi hanno toccato il cuore, ho potuto vivere una minuscola parte di ciò che voi potete sentire, vivere e provare durante questo, spero breve, periodo della vostra vita. Quello che mi propongo, dopo avere vissuto questa bellissima esperienza, è potere vincere parte dell’ignoranza e dell’indifferenza che domina quelli che mi sono vicini. Vorrei partire da questo per fare, spero, qualcosa di più grande. Per me il servire è completo solo con l’ultima fase: la testimonianza. Elisa | Vorrei provare con il racconto/discussione di questo lavoro a eliminare i pregiudizi o almeno a fare riflettere sulla realtà detenuto/ex detenuto. Anonimo | Ciao, grazie per aevrmi dato l'opportunità di entrare nel vostro mondo! Ho capito l'importanza di una punizione giusta, come essa possa davvero aiutare per un evoluzione. Non è affatto facile vivere in carcere, ma dato che purtroppo la realtà è questa, possiamo fare comunque qualcosa per migliorarla e non c'è modo migliore che venendosi incontro, rispettosi l'uno dell'altro, aperti senza giudicare e senza pregiudizi. Siamo tutti uomini e come tali tutti possiamo sbagliare, l'importante è rendersi conto dei propri sbagli avendo l'appoggio di altre persone disposte al dialogo e alla condivisione di idee. Voi fate sempre e comunque parte della società, sta a voi rendervi conto dei vostri sbagli e a noi aiutarvi in ciò per poi prenderci per mano e ricominciare tutti migliori di prima! Non ci sono buoni o cattivi ci sono solo uomini uguali per diritti, doveri e diversi solo in alcune sfumature! Non perdete la speranza e continuate a lottare! Grazie ancora di tutto, Veronica | Se prima ero completamente fuori dal carcere, ora almeno ho un occhio tra le sbarre della cella. E' già un inizio, l'altro mi manca ancora, dovrei conoscere voi, le vostre storie, vedere la vostra quotidianità e il modo di affrontare la vita, solo allora forse avrò tutti e due gli occhi capaci di guardare. Guardare e ammirare la vostra volontà di riscattarvi e trovare io stessa, in voi e nel vostro esempio, la volontà di riscattare me dalle mie prigioni interiori che ancora mi rendono incapace di accogliervi. Grazie Loredana | Mi sento come un bambino che sta imparando a parlare... ascolta, prova a capire, ma la maggior parte delle volte è in difficoltà perché non riesce ad esprimere tutte le piccole cose che ha dentro. Ecco, io ora vorrei tornare a casa e spiegare a tutti quello che ho visto, che ho imparato, che ho provato durante questa bella esperienza, ma sarà difficile perché ho tante cose da dire, ma non so come farle arrivare alla gente. Mi impegnerò, impegnerò il mio tempo e le mie energie per far arrivare la vostra voce, per conoscere e far conoscere... e poi, agire. Chiara | “Non sto piangendo sui tempi andati o sul passato e le solite storie, perchè è stupido far del casino su un ricordo o su qualche canzone; non voltarti, ti prego, nessun rimpianto per quello che è stato, che le stelle ti guidino sempre e la strada ti porti lontano” Modena City Ramblers Elisabetta | Per rendere migliori noi stessi e la nostra società non basta, ma soprattutto non serve allontanare, rinchiudere, nascondere le parti cattive; la nostra coscienza, come la nostra società, ha bisogno di confrontarsi con esse e non di dimenticare per poter crescere e comprendersi completamente. Un taglio è inutile, saranno sempre parte di noi anche dietro alle sbarre. Giulia | Tornando a casa da questi due giorni, colpita dall'indifferenza del mondo, la voglia è quella di fare mille cose, di cambiare il mondo, di cambiare me stessa. Penso che mi piacerebbe molto magari entrare a far parte del Gruppo, o almeno scrivere qualcosa per il vostro sito, magari su De andré che io adoro. Mi piacerebbe conoscere voi, uno a uno, conoscere le vostre storie, le vostre paure e i vostri sogni, raccontarvi i miei...boh, forse è perché è una esigenza che provo sempre con tutti, e penso che con voi sarebbe ancora più arricchente: forse non succederà mai perché non ne ho la forza. Come al solito quando mi trovo davanti a situazioni del genere, c'è la voglia di fare e disfare mille cose. Forse qualcosa farò... forse, conoscendomi, farò la metà delle cose che ho in mente o che vorrei fare, per mille motivi. Sicuramente però questi due giorni qualcosa hanno cambiato in me, sicuramente porto a casa mille cose a cui pensare, leggerò, cercherò sul vostro sito, da altre parti. E sicuramente cercherò di raccontare magari a pochi, al mio clan, alla mia famiglia, con semplicità. E' poco, mi rendo conto che è poco. Però è già qualcosa. Si dice che le parole non contano, contano i fatti. Però ho visto in voi una voglia, un bisogno che la società si accorga di voi, di aprire un varco in questo grande muro di indifferenza. E allora stavolta possono contare anche solo le parole, o almeno possono essere l'inizio. Anonimo | |