E' un'idea dalla quale chi si occupa di devianza non può prescindere.
Se non si vuole ridurre lo studio dei fenomeni devianti ad una sterile tassonomia, è indispensabile far procedere di pari passo la voglia di comprendere lo stato delle cose e quella di promuovere l'evoluzione del comune cittadino e di chi ne ha leso la libertà.
Ma l'evoluzione della persona e del suo senso di responsabilità non possono nemmeno nascere se non si ascoltano e non si riconoscono i sentimenti degli altri: vittime o carnefici che essi siano.
Ben venga, pertanto, il tuo lavoro, a maggior ragione se con le tue interviste ti prefiggi di incoraggiare il mondo ad andare in una qualche direzione: spesso l'obiettivo che si persegue contiene più "verità" della realtà che si cerca di descrivere.