Bar Acquarius

 

Alessia Lanzi, Claudio Belletti, Elena Ferrari

Benvenuti a BAR ACQUARIUS, un programma ideato da Alessia, Claudio ed Elena.
La puntata di oggi è dedicata alla trasgressione.

 

Alle otto e un quarto di un mercoledì d'agosto
sto finalmente abbandonando questo posto
dopo trent'anni carcerato all'asinara
che vuoi che siano poche ore in una bara

Che in una bara in fondo non si sta poi male
Basta conoscersi e sapersi accontentare
E in questo io, modestamente, sono sempre stato un grande
Perché per vivere a me non serve niente, solo…

Aria… soltanto…aria

L'avevo detto: "prima o poi vi frego tutti!"
Quelli ridevano, pensavano scherzassi
"da qui non esce mai nessuno in verticale"
come se questo mi potesse scoraggiare
e poi col tempo mi hanno visto consumarmi a poco a poco
ho perso i chili, ho perso i denti, somiglio a un topo
ho rosicchiato tutti gli attimi di vita regalati
e ho coltivato i miei dolcissimi progetti campati…

in aria…nell'aria

E gli altri sempre a protestare, a vendicare qualche torto
a me dicevano, schifati, "tu sei virtualmente morto!"
a te la bocca serve solo a farti respirare"
io pensavo: "e non è questo il trucco? inspirare, espirare
inspirare, espirare: questo posso fare
e quando sono fortunato sento l'umido del mare
io la morte la conosco, e se non mi ha battuto ancora
è perché io, da una vita, vivo solo per un'ora…

d'aria…aria

Respiro lento
aspetto il vento
il mio momento
arriverà


Daniele Silvestri "Aria" dall'album "Sig. dapatas"


I tristi e gli stanchi della vita una volta distaccatisi da quell'illusione, levano gli occhi verso di me, perché anch'io, a mio modo, sono la Stella Lucente del Mattino.

"Chi sei tu?"

(…) Non sono colui che si è ribellato a Dio, né lo spirito che nega. Sono il Dio dell'Immaginazione, perduto perché non creo. È grazie a me che, bambina, hai sognato quei sogni che sembrano giochi; è grazie a me che, già donna, la notte hai potuto abbracciare i principi e i dominatori che dormono al fondo di quei sogni. Sono lo spirito che crea senza creare, la cui voce è fumo, e la cui anima è un errore. Dio mi ha creato perché io lo imitassi, di notte. Lui è il Sole, io sono la Luna. La mia luce si libra su tutto ciò che è futile o finito.
(…) Sono colui che hai sempre cercato e che mai potrai trovare. Forse, nel fondo immenso dell'abisso, Dio stesso mi cerca, affinché io lo completi
(…) Di tutto quanto non vale la pena di essere io faccio il mio impero. (…) Come a notte è il mio regno, il sogno è il mio dominio.

"Allora è a te che lancio la mia domanda?"

da Pessoa "L'ora del diavolo"


Il sogno è il mondo dell'immaginazione, è una dimensione senza spazio e senza tempo, senza confini né regole.
L'interlocutore dall'identità confusa cui la domanda del criminale si rivolge ha le stesse caratteristiche dei personaggi dei sogni: è la somma di più elementi che confluiscono su uno stesso personaggio. Il sognatore è trasgressore perché il mondo del sogno gli concede uno spazio maggiore di quanto gliene offra la realtà; il criminale non ha neanche lo spazio per sognare, quindi agisce.
L'uomo si trova libero, nel sogno, di sfogare tutti i propri desideri più profondi e più urgenti, siano essi consci od inconsci. Ma che libertà ci può essere in una dimensione parallela ed immaginaria? Ma che libertà che si può trovare in una realtà che formata da barriere ed ostacoli?
"Ogni uomo vive solo sul cuore della terra, trafitto da un raggio di sole ed è subito sera", così scrive Quasimodo, riflettendo sulla condizione di uomo; essere così limitato, finito, circondato da mura e perimetri sia nel proprio inconscio, sia nella propria corporeità, che però cerca in ogni istante della sua vita di scavalcare, superare, abbattere… a volte in maniera positiva, altre volte in maniera negativa, le barriere che gli si pongono dinanzi.
Ma chi decide cosa è giusto o sbagliato? Chi decide chi è buono o cattivo?…non io.

Due ragazzi del borgo cresciuti troppo in fretta
Un'unica passione per la bicicletta
Un incrocio di destini in una strana storia
Di cui ai giorni nostri si è persa la memoria
Una storia di altri tempi di prima del motore
Quando si correva per rabbia o per amore
Ma fra rabbia ed amore il distacco già cresce
E chi sarà in campione già si capisce.
Vai Girargengo, vai grande campione!
Nessuno ti segue su quello stradone.
Vai Girardengo, non si vede più Sante
E' dietro a quella curva, è sempre più distante.

E dietro alla curva del tempo che vola
C'è Sante in bicicletta ed in mano ha una pistola
Se di notte è inseguito spara
E centra ogni fanale
sante il bandito ha una mira eccezionale
E lo sanno le banche e lo sa le Questura
Sante il bandito mette proprio paura
e non servono le taglie e non basta il coraggio
Sante il bandito ha troppo vantaggio

Fu antica miseria o un torto subito
A fare del ragazzo un feroce bandito
Ma al proprio destino nessuno gli sfugge
cercavi giustizia ma trovasti la Legge.
ma un bravo poliziotto
Che conosce il suo mestiere
Sa che ogni uomo h un vizio che lo farà cadere
E ti fece cadere la tua grande passione
Di aspettare l'arrivo dell'amico campione
Quel traguardo volante ti vide in manette
Brillavano al sole come due biciclette
Sante Pollastri il tuo Giro è finito
E già si racconta che qualcuno ha tradito.

Vai Girardengo,Vai grande campione!
nessuno ti segue su quello stradone
vai Girardengo! non si vede più sante
E' dietro a quella curva, è sempre più distante
Sempre più lontano, sempre più distante…

Francesco De Gregori"IL bandito e il campione" dall'album Il bandito e il campione

 

"Chi sceglie?"
"…o più che altro cosa sceglie?"
"ma l'uomo sceglie?"
E Forza Italia
È il tempo di credere che abbiamo tutti
Un posto dentro al cuore
UNA SCELTA DI CAMPO

 


A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'è una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto fra sette anni, per me va bene, okai allora intesi per il 13 maggio, okai, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buona notte, 'notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto: fran. Non si capisce. È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli, un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all'Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: " A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave".
Ci rimasi secco.
Fran.
Da Baricco "Novecento"


(…) una via d'uscita dall'oppressione dei ruoli, delle funzioni, dell'estetica della distanza e della freddezza che negli usi e costumi degli occidentali si chiama correttezza, una parola elegante cresciuta nel giardino della non comunicazione, dove il contatto è formalizzato, la parola stereotipata, lo sguardo impersonale, il tutto all'insegna della non confidenza che garantisce a ciascuno di ritirarsi dai rapporti senza offendere nessuno.

Da Galimberti "Il tormento e l'ecstasy" in "la Repubblica" 5 dicembre 1995


(…) avevo due amici che parlavano appena
che per troppo rispetto si amavano di schiena
ognuno pensava che l'altro ridesse
e invece piangevano che pareva piovesse

c'è gente che si ama divisa da un muro
o da dietro una porta per stare al sicuro
ma se la porta si apre "è successo anche a me"
puoi scoprire che l'altro non c'è.

Daniele Silvestri "Insieme" dall'album "sig. dapatas"

 

Sono affascinato dai casi estremi, da quelle vite al limite della possibilità di esistere. Storie che sembrano consumarsi senza mezzi termini, senza applicare mai quelle strategie di sopravvivenza che segnano compromessi con la vita e con la morte. I casi estremi sono quelli di chi è stanco di vivere e allora decide di ammazzarsi, o tenta di farlo. Ma anche di chi decide di uccidere una persona vicina o, al contrario, anonima, espressione dell'esistenza senza volto.
Anche i progetti di morte lenta sono casi estremi: infilarsi un ago in vena e intossicarsi, progressivamente, ogni giorno.
(…) La follia, almeno quella che io ho conosciuto nei manicomi, la grande follia, porta con sé l'atmosfera estrema di chi si trova tra la vita e la morte; è forse, essa stessa, una morte che cammina. Rifiuta tutti quegli ammortizzatori che forse sono illusori ma che risultano indispensabili ad addolcire la fatica di vivere, a controbilanciarla con momenti che abbiano il volto della serenità, se non proprio della felicità. È come se non si potesse neanche ridere, perché anche nella gioia si intravede un volto che soffre.
(…) I casi estremi sono forse l'espressione di una sofferenza così forte da non ammettere alcuna mediazione. Una sofferenza che corre irrefrenabile verso la distruzione: la distruzione di sé o del mondo, e talora dell'unica cosa che ci appartiene, magari un figlio, un genitore, un grande amore.

Da Andreoli "Delitti"


Mangiabambini:
chi si macchia di reati legati alla violenza sui minori. In carcere vengono ubicati in sezioni protette per evitare che vengano aggrediti dai detenuti comuni, i quali li considerano dei veri infami.

Da "I pugni nel muro"

Aiuto!
Aiutatemi per favore.
Il 4 ottobre ho commesso un omicidio. Sono pentito ora, anche se non mi fermerò qui.
Il corpo di Simone si trova vicino la strada che collega Casale (fraz. Di Foligno) e Scopoli.
È nudo e non ha l'orologio con cinturino nero e quadrante bianco.
P.S. non cercate le impronte sul foglio, non sono stupido fino a questo punto. Ho usato dei guanti.
Saluti al prossimo omicidio
Il Mostro

Da Andreoli "Delitti"

 

La Maledizione di Alex Drastico

Avevo l'altra mia passione, il mio motorino Rollerball. Sono abbastanza inkazzato, non c'è più.me l'hanno fregato. Mi ricordo era una bella giornata. Volevo festeggiare. Mi sveglio come tutti i pomeriggi tranquillo. Mangio, esco, scendo le scale, arrivo sotto : Niente, non c'è niente! Dove di solito c'è posteggiato il mio motorino:
il Nulla, Vuoto, Deserto.
O pensato:
"Ma chi? ma come? ma chi cazzo!"
M'hanno fregato il mio motorino!!! Ora listen to me :
io giuro il signore che spererei che tra di voi ci fosse il ladro. C'è un figlio di nessuno che ha rubato un motorino. Listen. Cosi' che possa sentire di persona cio' che ho da dirgli: Cornuto
Sappi che quello era il mio motorino
Tu puoi nasconderlo, puoi riverniciarlo, puoi raschiare il telaio, puoi venderlo e tenertelo, puoi farci ciò che vuoi e ... ma resta sempre il mio motorino!.
E a ricordartelo saranno le mie maledizioni
Queste maledizioni si attaccheranno al telaio del mio motorino, sul manubrio e sotto la sella, nel fanale anteriore e posteriore cosi' che si spenghino in una notte tutta buia mentre incroci un grosso tir guidato da un camionista ubriaco, morto di sonno e per di più inglese , e che per questo tiene la sinistra ! I freni si staccheranno all'improvviso, quando ti accorgerai che la macchina davanti a te ha inchiodato, una volta compresso e schiacciato nel suo bagagliaio, ti sorgerà il tremendo dubbio che qualcuno ti abbia maledetto!
Le maledizioni si attaccheranno al sellino che salterà via mentre stai salendo al volo e un ferro nel culo ti insegnerà a non mettere il naso tra i kazzi miei!
In più prego madre natura di infradiciarti di grappoli d'emorroidi, di farti sputare sangue la mattina appena alzato, di spappolarti gradualmente il fegato, di farti muto, ma non per sempre, muto ma non per sempre, che la voce ti torni sporadicamente e per pochi secondi nei quali tu spari delle cazzate immani!
T'accechi un occhio e ti renda daltonico l'altro
Ti doti di un olfatto dove ovunque tu percepisca solo odore di merda
Che ti doti di una gobba e se già ce l'hai che in questo caso tel' accentui cosi' che l'unica cosa che tu riesca a vedere siano i tuoi ciglioni!
Infine grandissimo stronzone che uno stormo di piccioni inkazzati ti scambi per l'assessore all'ecologia riempiendoti integralmente di scagazzate cosi' che tu debba scappare con il mio motorino però ingolfato di merda! Buon viaggio cornuto!

 

Non recidere, forbice, quel volto,
solo nella memoria che si sfolla,
non far del grande suo viso in ascolto
la mia nebbia di sempre.

Un freddo cala…Duro il colpo svetta.
E l'acacia ferita da sé scrolla
Il guscio di cicala
nella prima belletta di Novembre.

"Non recidere forbice quel volto" di E. Montale

 

Corpo:
Sono una giovane donna detenuta da un tempo sufficiente per saper descrivere la sensazione di forte scompenso interiore che procura la vita carceraria. Tutta la femminilità che una donna conserva -le inclinazioni all'espressione di se stessa come figlia, sorella, madre, amica, compagna- sono ingabbiate insieme al suo corpo dentro muri grigi e sbarre di ferro.
In questi giorni di primavera sento forte la nostalgia di un mondo fatto di persone e circostanze, di spazi e tempi che non appartengono alla routine e alla noia di una realtà così rigidamente controllata.
Qui ogni iniziativa personale si realizza solo attraverso un percorso fatto di richieste, autorizzazioni, e ubbidienza, dal farsi la doccia in poi. Se non ci si rassegna all'idea di non essere più se stessi, si rischia di impazzire. Allora molte di noi cominciano a riempire il buco del cuore con grande quantità di cibo, con l'inevitabile conseguenza di ingrassare a vista d'occhio.
Le più fortunate dimagriscono oltre misura per effetto dell'esaurimento nervoso. In ogni caso ci si imbruttisce. E più ci si imbruttisce, più ci si deprime, perché l'unica persona che ci è davvero famigliare ha perso le sue fattezze. I lineamenti del viso cambiano, la pelle ingrigisce, persino le mulatte e le donne di colore sbiadiscono. Ai nostri corpi mancano l'aria e il sole quanto il calore degli affetti ai nostri cuori.

Da "I pugni nel muro"


Quelli come me
Che non aspettano più niente
E che trovano sempre i semafori rossi
Quelli come me
Che hanno occhi spenti e sorrisi stanchi
Cantano… per una stagione sola.

 

All'ombra dell'ultimo sole
S'era assopito un pescatore
Aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.

Venne alla spiaggia un assassino
Due occhi grandi da bambino
Due Occhi enormi di paura
Eran gli specchi di un'avventura

E chiese al vecchi dammi il pane
Ho poco tempo e troppa fame
E chiese al vecchio dammi il vino
Ho sete sono un assassino.

Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure in torno
ma versò il vino e spezzo il pane
per chi diceva ho sete ho fame.

Dietro le spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
E' già il rimpianto di un Aprile
Gioca nell'ombra di un cortile.

Vennero in sella due gendarmi
Vennero in sella con le armi
Chiesero al vecchi se li vicino
fosse passato un assassino

Ma all'ombra dell'ultimo sole
si era assopito un pescatore
che aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
che aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.

Fabrizio De Andrè "il pescatore"

 

Il mare, la terra, noi
Volare, nell'aria, liberi
Concetti, parole, fatti
Apparentemente a caso,
forzatamente a caso.
Volare sui concetti, nelle parole, dentro i fatti.
Musiche che vengono da lontano,
musiche che vengono da noi
speranze, paure
odio e amore
Il mare, la terra, noi.

 

Bibliografia delle musiche


"Aria" da sig Dapatas di Daniele Silvestri
"O Fortuna" da Carmina Burana di Carl Orff
Sonata " chiaro di luna" di L. Beethoven
"Il Bandito e il campione" di Francesco De Gregori
"Doubble Fiesta da do you be" di Meredith Monk
"Insieme" da sig dapatas di Daniele Silvestri
"Bachelorette" Da Homogenic di Bjork
"Because we can" di Fatby Slim dalla colonna sonora del film Mouline Rouge
Rondo dal concerto per violino ed orchestra Nr.2 "La Campanella" di Nicolò Paganini
"India" di Preisner dalla colonna sonora del film The secret garden
"Pescatore" di Fabrizio De Andrè
"senza titolo" di Gaudeamus