Il piacere della responsabilità |
Il gruppo della trasgressione, costituito da detenuti del carcere di San Vittore e da studenti universitari, lavora da 10 anni sull’esperienza di chi ha commesso pesanti reati e sul sostrato affettivo che, anche nelle persone comuni, può portare a piccole violenze sugli altri e su se stessi. Costante del nostro modo di procedere è la ricerca delle analogie e delle differenze che corrono fra le più comuni e semplici fantasie, i piccoli vizi e le nevrosi personali, gli abusi di potere sulla propria e altrui libertà.
Si tratta di un seminario permanente, con alcuni temi privilegiati sui quali si torna spesso, e altri che ne costituiscono di volta in volta dei possibili sviluppi. Punti di partenza della riflessione sono i sentimenti che si accompagnano ai primi reati, alla insoddisfazione che tante volte vivono gli adolescenti nel rapporto con le proprie risorse e con gli adulti.
Sono dunque temi ricorrenti: il rancore, la sfida, la trasgressione, il potere. Da questi, lo sguardo si allarga verso il senso dell’imperfezione, il conflitto, le aspirazioni, le delusioni, fino a toccare temi quali l’identità personale, la relazione con gli altri, la responsabilità, le regole, la legge.
Dagli incontri nascono documenti che vengono letti e commentati pubblicamente e poi inseriti sul sito www.trasgressione.net. Obiettivi del gruppo della trasgressione sono principalmente: l’evoluzione personale e professionale di chi ne fa parte; la ricerca di un rapporto fattivo fra carcere e società.
Quando il gruppo dimostra di avere raggiunto una discreta preparazione su un tema, si organizza un convegno o un concerto aperto ai cittadini. Quelli sull’Imperfezione, la Sfida, la Punizione, le Funzioni della Legge, il Rapporto Genitori/Figli, il Ritorno del Figliol Prodigo, il Bullismo, il Male, hanno avuto luogo (in carcere, in università, in sedi del Comune di Milano, in teatri) in combinazione con la presenza eterogenea di esperti che stimolavano il gruppo a intrecciare i propri sentimenti e le conoscenze maturate fino a quel punto con i grandi temi della nostra cultura.
Nel tempo, il gruppo della trasgressione ha stabilizzato la collaborazione con docenti di storia dell’arte, di letteratura, di diritto, di filosofia; altrettanto solida è l’intesa con gruppi di scout e con studenti universitari di giurisprudenza che affluiscono al corso della prof.ssa Tirelli (docente di diritto penitenziario che, entrata nel gruppo 4 anni fa, contribuisce in maniera determinante al suo orientamento).
Da quando il gruppo è nato, molti dei suoi componenti detenuti sono oramai liberi cittadini o detenuti che beneficiano delle misure alternative previste dalla legge. Molti di loro, quando possono, partecipano ai grandi eventi del gruppo, mantenendo un legame sia con i compagni sia con gli obiettivi dell’associazione (vedi lo statuto di trasgressione.net).
Si sa che le diverse attività lavorative in carcere aiutano il detenuto ad acquisire delle competenze per affrontare il ritorno alla libertà, ma l’ex detenuto, per diventare un cittadino responsabile, oltre che del lavoro, ha bisogno di bonificare i sentimenti che lo avevano indotto a delinquere e di irrobustire un’identità sociale e progettuale coerente con gli interessi della collettività (vedi lo scritto allegato di Dino Duchini).
Il gruppo della trasgressione agisce come un contenitore nel quale la curiosità di detenuti, studenti e società esterna respira e si riempie gradualmente di contenuti, un contenitore nel quale risorse e fantasie abbandonate recuperano spazio e volontà di esprimersi, in altre parole, una camera di gestazione nella quale, senza forzature e senza indottrinamenti, il detenuto riprende un percorso interrotto. Il risultato (che si può toccare con mano venendo al gruppo e seguendo il percorso da cittadino libero di chi ne fa parte) è che chi ha commesso reati, dopo qualche anno di lavoro, non sente di tradire l’immagine di sé con la quale ha vissuto nell’epoca dei reati, ma piuttosto di recuperare quello che di sé che aveva perso per strada.
Negli ultimi anni i detenuti hanno potuto provare il Piacere della Responsabilità (è il titolo di un nostro convegno), portando il lavoro svolto su se stessi ad adolescenti con situazioni familiari problematiche. La collaborazione con alcuni istituti scolastici ha infatti permesso che detenuti e adolescenti di alcune scuole medie secondarie diventassero, gli uni per gli altri, interlocutori critici e, allo stesso tempo, attivatori delle risorse dell’altro.
Gli incontri, di solito, vengono organizzati concentrandosi su due o tre temi che si ritiene interessanti per gli studenti. A tale scopo vengono effettuate delle riunioni preliminari con gli insegnanti; con loro vengono individuati dei temi e selezionati dal sito una decina di scritti che gli insegnanti propongono ai loro allievi come spunto di riflessione prima dell’incontro finale col gruppo.
I risultati, e per gli allievi e per i detenuti, sono stati fino ad oggi:
Va evidenziato che il risultato finale viene favorito anche dal fatto che il gruppo si presenta nelle scuole in tutta la sua ampiezza: persone attualmente detenute, ex detenuti che continuano a far parte del gruppo, studenti di psicologia, giurisprudenza e filosofia. La partecipazione degli ex detenuti e l’intesa fra detenuti e membri esterni del gruppo sono per gli allievi la prova del fatto che il lavoro su se stessi e su progetti comuni permette di non rimanere schiacciati dagli errori del passato e che l’impegno collettivo permette di conseguire risultati stabili.
Concludendo, tali incontri aiutano il detenuto a riappropriarsi della propria identità di cittadino mentre egli porta un servizio alla collettività; allo stesso tempo, favoriscono il percorso evolutivo dell’adolescente mentre gli permettono di svolgere una positiva funzione sociale. Detenuti e adolescenti diventano entrambi, e reciprocamente, agenti per la responsabilizzazione e per l’emancipazione dell’altro.
Chiediamo pertanto alle istituzioni interessate di verificare (venendo a trovarci in carcere o partecipando a uno degli incontri con le scolaresche) la funzione educativa e di prevenzione che attribuiamo a questa attività e, laddove lo si ritenga, di aiutarci anche economicamente a portarla avanti.
Per trasgressione.net |
Per ulteriori dettagli sulla nostra attività e il nostro metodo: