Una vespa a Bisuschio INCONTRO STUDENTI DI BISUSCHIO 12.01.2010 |
Marianna Bof | Una pulita libertà | 24-01-2010 |
L’incontro è stato uno scambio di idee, pensieri e sensazioni che non mi sarei mai aspettata. Pensavo fosse una scoperta del carcere e della vita di chi vive dentro. Invece, il gruppo della trasgressione è stato davvero una conoscenza inaspettatamente bella. Anche se inizialmente il discorso del dott. Aparo non mi era stato molto chiaro e non avevo capito bene il motivo per cui ci stesse spiegando quelle cose, durante la discussione attorno al tavolo tutto è diventato nitido e facile!
Mi ha colpito molto il modo in cui lavora il gruppo e come le persone che ne fanno parte “reindirizzano” la loro attenzione. Il positivo e il negativo spiegato attraverso le gratificazioni divise tra quelle che fanno regredire (che ti danno la sensazione irreale di essere felice) e quelle che fanno migliorare la tua persona. Questo mi ha fatto pensare che ciascuno di noi ha avuto almeno una volta una soddisfazione che in fondo l’ha fatto “andare indietro”; ed è quindi facile cadere nell’errore senza neanche rendersene conto.
Il testo letto durante l’incontro mi ha scatenato una strana sensazione che mi stava perfino facendo emozionare. Io sono convinta che Antonio abbia scritto col cuore quel racconto proprio perché era legato al padre, una figura che credeva in lui e che sapeva accontentare i suoi bisogni e “sfizi”. Inoltre Antonio “cataloga” quell’episodio come un’immagine di libertà perché penso che nella sua testa sia una “diapositiva pura e senza se e senza ma”, al contrario di altre occasioni in cui, anche se si sentiva felice, l’immagine era offuscata dal reato commesso. E’ come se volesse tornare indietro per un attimo per riprovare quella sensazione di “pulita libertà”.
In generale io credo che chiunque abbia dei momenti in cui si sia sentito libero e felice. Mi è infatti venuto da sorridere quando Aparo ha detto a Christian che stava mentendo, perché credo che un po’ tutti lo pensavamo. La domanda con cui ci siamo lasciati è stata: “Chi manca di ricordi positivi ha la possibilità di ricominciare?”
Sì, assolutamente! Lo deve fare, secondo me, avendo la forza ed il coraggio di farsi aiutare da qualcuno. Con una persona che crede in te, nelle tue possibilità di uscire dal tuo problema e nelle tue capacità, uno si sente più sicuro, più forte e sicuramente più tranquillo di avere un aiuto, un appoggio su cui si può sempre contare. Per me questo è fondamentale! E’ come quando abbiamo un problema magari col fidanzato e ci rivolgiamo ad un’amica fidata. Non ci sono dubbi se lei ci sia o meno, perché per noi è una sicurezza e anche la nostra forza… sempre pronta ad aiutarci e supportarci.
Ringrazio molto i detenuti, Christian e Andrea, il professor Aparo e gli educatori, che mi hanno fatto vivere un’esperienza credo unica, facendoci ragionare, capire e confrontare le nostre sensazioni e idee, aprendomi gli occhi su molte cose e facendoci avvicinare di un passo al mondo degli adulti.