Il masso di Sisifo e il furgone della bancarella |
Antonio Torretta |
13-02-2014 |
Ciao. Sono Antonio Torretta, un detenuto del carcere di Bollate e da quasi un anno e mezzo faccio parte del Gruppo della Trasgressione; sono anche socio lavoratore della cooperativa Trasgressione.net e lavoro alla ormai famosa bancarella di Frutta & Cultura. Cosa c'entra la bancarella con il mito di Sisifo? Ora ve lo spiego.
Di questa bancarella fanno parte anche vari attrezzi di lavoro: tendoni, banchi, bilance ecc... ma c'è anche un camion tutto scassato, e voi non ci crederete, ma tutte le mattine dobbiamo spingerlo per farlo partire. La prima mattina che sono uscito dal carcere e… abbiamo dovuto spingerlo, sapete cosa mi e passato per la testa? Mi sono ricordato di Sisifo che spinge il masso e per un momento ho pensato che il dott. Aparo avesse di proposito manomesso il camion per farci entrare meglio nei panni di Sisifo. Ma una volta partiti, noi cosa abbiamo fatto? Lo abbiamo svegliato alle quattro e mezza del mattino e siamo andati a prendere il caffè a casa sua.
Quanto è strana la vita però! Noi del gruppo che portiamo Sisifo nelle scuole e nei convegni ci ritroviamo alle quattro del mattino a spingere un camion e, intanto che spingiamo sotto la pioggia e il freddo, parliamo di Sisifo, che come noi spinge un masso.
Ovviamente, non mancano le differenze: Sisifo spinge il masso e, quando la coscienza gli parla, non sa da dove viene la voce; noi invece dopo un percorso con il Gruppo della Trasgressione abbiamo imparato a riconoscerla, ma soprattutto a non negare i nostri limiti. E da che, in passato, ero sempre affamato di macchine belle, soldi e di tutto e subito, ora che alla mattina spingo questo camion per andare a lavorare, mi sento all’inizio di un’avventura, pieno di curiosità per quello che faremo.
Ecco cosa mi fa pensare un camion tutto scassato alle quattro del mattino! Ma con questo camion, quando io e i miei compagni entriamo all’ortomercato che è ancora buio, in mezzo a mostri di camion… che noi sembriamo formiche, appena passiamo la sbarra del mercato, diventiamo padroni di noi stessi. Perché abbiamo scelto liberamente di farlo, nessuno ci ha imposto di spingere un masso, come è successo invece a Sisifo. Io l’ho voluto, e forse, se Sisifo facesse parte del Gruppo della Trasgressione, anche lui sceglierebbe di spingere il masso.
Questo camion ormai è diventato il simbolo della bancarella di Frutta & Cultura, ed è un anello di congiunzione tra i detenuti del gruppo e gli esterni che ne fanno parte. E sì, perché è toccato anche a loro spingere e caricare e scaricare di notte sotto acqua e freddo, per poi farsi due risate con pasta aglio, olio e peperoncino.
Passeranno gli anni, ma di questa avventura con la bancarella quello che mi rimarrà per sempre è la scena del primo giorno che sono uscito dal carcere per andare di notte all’ortomercato. Eravamo rimasti d’accordo con gli esterni che loro ci avrebbero portato il camion fuori dal carcere… ma pioveva e non eravamo sicuri che sarebbero riusciti a farlo partire e a portarlo fino a Bollate. Il primo a uscire è stato il mio amico e fratello Max, che quando ha visto il camion ha iniziato a saltare come un bambino e a dire <<eccolo qua, eccolo è qua!>>. Allora io Antonio e Max, entusiasti come i tre moschettieri, montiamo con un balzo sul camion, pronti a iniziare questa nuova avventura. Infilo le chiavi… giro… cazzo non parte, va spinto…