Consapevolezza |
Diego Mombelli | 24-04-2009 |
Ho cominciato a frequentare il gruppo della trasgressione qualche mese fa, quasi per gioco, spinto da una pressante insistenza da parte di una mia amica. Non avrei mai pensato che un simile gruppo potesse interessarmi, perché il mio orgoglio mi ha sempre portato a considerarmi preciso, senza bisogno di miglioramenti.
Partecipando a questi incontri sotto la veste d'esaminatore e con grande spirito critico, ho potuto constatare che stimolare la mente è un ottimo allenamento; fa si che sempre più si acquisti consapevolezza che la vita vissuta fino a questo momento sia, come minimo, da mettere in discussione.
Sono passati molti anni da quando ho commesso il mio primo reato e molti purtroppo di carcere, ma sola ora comincio a essere consapevole che tutto quello che ho fatto di negativo è stato subito da delle persone. Questo perché ho sempre visto chi si frapponeva tra me e il facile guadagno come un semplice ostacolo da scansare o, peggio ancora, da rimuovere. Le uniche persone che ho sempre considerato come tali erano, oltre a me, che ero il fulcro attorno al quale tutto doveva girare, i miei famigliari e la mia stretta cerchia di amicizie.
Prendere coscienza di non essere soli al mondo, mi costringe a rivedere tutti i miei piani, anche se rendersi conto di aver perseverato per così tanto tempo nell'errore, è scioccante. Ora che questa consapevolezza ha iniziato a farsi strada nella mia mente, mi auguro che il tanto allenamento che viene fatto ogni volta al gruppo dia i suoi frutti, consentendomi di vivere serenamente una vita nella quale il rispetto per gli altri sia diventato un presupposto fondamentale.