Migliorare noi stessi |
Massimo Battarin | 04-07-2005 |
È sabato sera, sono le ore 20.00, mi trovo in cella, mentre scrivo, la TV sta trasmettendo “live 8”. E’ un concerto multimediale a sostegno di un progetto che a molti sembra normale e umanamente corretto sostenere, sicuramente rivoluzionario, ma paradossalmente, per il potere che deriva dalle sperequazioni economiche nel mondo, per molti non è un progetto così facilmente realizzabile. “Della pietà non ce ne facciamo nulla”, “ogni violenza è come un boomerang…”, “l’evoluzione del nostro pianeta passa da alcune tappe fondamentali per seguire la giustizia” sono alcune delle frasi che sento urlare a gran voce dai cantati che si alternano sul palco.
Vi scrivo ora, qualche giorno prima di partire… non so con esattezza la data, ma a breve non mi sarà più possibile partecipare alle riunioni interne del gruppo poiché sarò trasferito o verso il carcere di Bollate o verso il carcere di Opera. Sarò spostato per poter usufruire dell’art. 21, che mi permetterà di lavorare esternamente al carcere di giorno e ritornarvi al termine della giornata: da circa tre mesi il beneficio non è più praticabile da San Vittore.
Sono molto entusiasta di questo sviluppo del mio percorso di reinserimento sociale che mi permetterà una maggiore interazione con la società civile, con i miei familiari e con i miei progetti lavorativi e didattici. Ciò non toglie che mi mancherete, il lavoro e i risultati prodotti e ottenuti al gruppo in ambito sia personale, sia collettivo mi rimarranno dentro nel tempo come monito e spinta per continuare a fare bene e cercare di fare ancora meglio. Visto i miei limiti, cercherò il confronto e il dialogo in ogni relazione, anche per non dar più spazio ai fantasmi...
Ritengo che l’aver sentito oggi Marcello rispondere con coerenza e ad un possibile principio di polemica, in merito al rifiuto del permesso da lui chiesto di partecipare al convegno (a cui non c’è dubbio che avrebbe enormemente contribuito visto il lavoro da lui svolto), sia indice di maturazione non solo sua personale, ma di tutto il gruppo. Come ha suggerito Silvia, aver sentito Marcello spendere quelle parole ponderate, è “miele”. Tempo addietro sarebbe stato impensabile sentirlo così lucidamente realistico. Questo valorizza ancor di più la possibilità che alcuni di noi hanno avuto (Enzo, Armando, Dino e il sottoscritto), grazie anche ai rispettivi Magistrati di Sorveglianza, di intervenire e di interagire con i diversi protagonisti di giovedì al convegno.
Durante il convegno, sono nate nuove alleanze con le diverse autorità competenti in materia di pena e punizione, nondimeno un’alleanza importante come lo è quella con il comune di Milano.
Il lavoro, svolto con impegno, limpidezza, progettualità, sta dando i suoi frutti. Questa è una prima tappa di quello che sarà l’obiettivo finale del seminario che è principalmente, ma non solo, orientato sul tema della punizione. Intrecciare le nostre esperienze e tessere legami con gli attori protagonisti di questo tema a noi caro, sarà importante per l’evoluzione del nostro gruppo.
Non abbiamo l’ambizione di cambiare il mondo, ma di crescere e arricchire noi stessi. A noi basterebbe già questo risultato; se poi, confrontandoci con il metodo di recupero previsto dal legislatore per chi è detenuto, potremo dare le nostre dirette esperienze e arricchirci di quelle altrui, di ciò saremo ben lieti.
Da quando faccio parte del gruppo, circa un anno e mezzo, ci sono stati diversi studenti che si sono già laureati e continuano a far parte del gruppo, altri si laureeranno, chi a breve e chi nel prossimo futuro. Colgo l’occasione per augurare un’ottima relazione finale, che sosterranno nel mese corrente, a Marta, Cosimo, Nicola, rispettivamente in psicologia, lettere moderne e giurisprudenza. Un giorno non lontano spero di potere offrirvi anch’io i mitici confetti rossi, nel mentre vi comunico che siamo già orgogliosi di voi per il risultato fin ora raggiunto.
Il mio saluto al gruppo interno, vuole anche essere un ringraziamento al dott. Aparo, la prof.ssa Tirelli, la dott.ssa Sodano, il dott. Borasio, il prof. Vannini, il dott. Cajani, il prof. Ceretti, il prof. Zuffi, Enzo, Dino, Pippo, Marcello, Armando, Dimitar, Fabio, Giovanni, Giulio, Cristian, Nello, Walter, Eric, Franco, Danilo, Domenico, Marta, Livia, Silvia, Antonella, Rossella, Nicola, Giovanni, Cosimo, Luca, Antonella, Alessandra, Sara, gli studenti di giurisprudenza, i boyscout, i diversi personaggi e le figure istituzionali che hanno partecipato alle riunioni e ai convegni del gruppo, per avere interagito con me, sia a livello emozionale, sia culturale, permettendomi di arricchirmi.
Infine, desidero fare un invito a me stesso e al gruppo nel mantenere sempre viva in noi la volontà di lavorare per l’obbiettivo primo che ci proponiamo: migliorare noi stessi.