Grazie per l'attenzione

Rosario GIugliano

25-01-2010

Gentile signora Manuela Re,

leggendo il suo commento all'evento tenutesi domenica 17/01/10 qui ad Opera, mi ha molto emozionato la sua sensibilità nel saper cogliere la profondità di un percorso intrapreso. Mi è molto piaciuta la metafora delle scarpe per descrivere un percorso, un progetto, e fare emergere sostanza da una marea di teoria.

Ricordo che da bambino per avere un paio di scarpe dovevo aspettare le grandi ricorrenze come il Natale. Quando le calzavo era un rito magico, subito incominciavo a correre.... come se avessi le ali ai piedi, ma mai avrei pensato che una persona potesse attraverso esse percepire delle emozioni così forti. Questo mi ha fatto capire che anche solo attraverso delle “semplici” scarpe, si può vedere e progettare un futuro. Sicuramente quelle che lei ha visto, e tante altre, saranno destinate ad usurarsi, ma a furia d'insistere sono certo che troverò quelle comode e giuste per me. Se una cosa la si cerca con convinzione e tecnica, prima o poi la si trova; il coraggio e la perseveranza non mi mancano, quindi sono certo che camminerò.

Da piccolo sono sempre stato attratto dalla potenza del vento, e ogni giorno andavo in un campo vicino casa e mi lasciavo accarezzare da queste folate di vento. Si sa i piccoli si lasciano suggestionare, volevo essere forgiato, come si faceva col ferro, ma quel vento veniva da un posto malefico e, senza che io me ne accorgessi, mi costruiva una crosta temperata e negativa.

Ci sono voluti anni di autocritica per creare uno squarcio in quella crosta e vedere cosa era rimasto di buono dentro quella nicchia. Ebbene, la sorpresa è stata tanta, ho trovato più di quanto io stesso immaginavo, bisognava solo trovare il sistema per tirarlo fuori. Era facile a dirsi, ma molto difficile e complicato a farsi: devi combattere con i pregiudizi delle persone che incontri su questo nuovo sentiero e completamente abbandonato da quelle che prima rappresentavano la tua strada. Così mi convinsi che, se volevo mettere in pratica i buoni propositi che avevo dentro, dovevo accettare di rimanere un uomo solo a combattere contro tutti.

Invece mi sbagliavo, perché in questo nuovo percorso ho incontrato diverse persone disposte a tendermi una mano e ad ascoltarmi, cosa non da poco per chi non ha voce. In questo istituto ho anche avuto la fortuna di conoscere un tipo a dir poco bizzarro. Ai primi incontri non riuscivo bene a capire il suo linguaggio, cosa volesse; al primo impatto mi ero detto: questo è folle, vuole che noi cerchiamo il profumo del rosmarino. Poi ho capito cosa volesse dire e cosa voleva che noi cercassimo: cose semplici e profonde per abbattere la crosta che era appiccicata alla nostra pelle e tirare fuori dalla nicchia quei valori e comportamenti che ci permettano di affrontare con più equilibrio la vita, quindi grazie Dott. Aparo.

Un grazie anche a Silvia e a tutto il Gruppo della Trasgressione interno ed esterno. Ma soprattutto grazie a Lei, signora Manuela, e a tutte le sue amiche e amici per la sensibilità e l'attenzione che ci dedicate.