A Nico |
Livia Nascimben | 28-06-2003 |
Nico, mi rammarico di non averti ringraziato ieri di persona per il tuo scritto e per il tempo e l’impegno che hai dedicato a rispondermi, lo faccio ora: GRAZIE!
Il dialogo con te mi ha dato l’opportunità di sfidare una mia paura cercando di chiarire i miei pensieri in gruppo; mi hai fatto capire, confrontandoci, come l’idea di libertà possa assumere una forma differente per due persone che hanno “due vite, due culture e due modi di vedere diversi”; ad esempio me e te.
Gli ostacoli che abbiamo dovuto superare erano e sono diversi; la libertà noi la viviamo in relazione alla nostra storia e al nostro percorso di crescita. Tu scrivi di essere cresciuto “un po’ da solo”, di non aver trovato “gente che ti facesse capire certe cose”; per te il sogno di libertà è la fantasia di non pagare il biglietto del tram; e il tuo lavoro, dici, è di “migliorarti nel conoscere meglio i limiti” e le regole. Io sono cresciuta con qualcuno vicino che mi ha insegnato a vivere dentro le regole, ma non ho imparato a esprimere liberamente ciò che sento e ciò che penso quando sono insieme agli altri, mi manca la sicurezza per sentirmi a mio agio fra le persone e il mio lavoro va in questa direzione.
Sì, la libertà è una condizione che va misurata rispetto alle proprie difficoltà e aspirazioni; siamo però accomunati dallo stesso desiderio di essere riconosciuti e stimati dagli altri, di conoscere meglio i nostri limiti e migliorarci per superarli, lo dici tu nella tua lettera e lo sento anche io, pur vivendo noi due realtà che fino all’altro giorno erano distanti.
Mi piace la sensazione di libertà che dai parlando di te insieme a tuo figlio; mi ha colpito che dicessi di preferire non affrontare il tema del rapporto genitori/figli perché ti fa stare male e poco dopo sentirti prendere l’impegno a provare a scrivere su quel tema nonostante i timori e i sentimenti forti che provi.
Anche a me il tema del rapporto genitori/figli spaventa, lo sento compromettente, fra tutti i temi che affronta il gruppo, è quello che più mi crea ansia; attiva in me fantasie e paure che temo mostruose. Un giorno ho provato a sfidare la paura e il risultato è stato che con mio padre ho costruito un inizio di comunicazione sulla nostra relazione di cui ora sono felice.
Per tornare a noi, sono contenta di questo nostro scambio dove ognuno può esprimere ciò che pensa, conosco un po’ di più me stessa, te e chi del gruppo ha contribuito al dialogo: sento la libertà più vicina!!! Ora ti saluto, aspettando di costruire un altro pezzetto di libertà al più presto.
Livia
P.S. Anche a me piace camminare sotto la pioggia senza ombrello!