13/01/2002
Mujo Mujic
Da piccolo non ho avuto grossi esempi da parte della mia famiglia.
Dall'età di sette anni ho iniziato a trasgredire le regole; ogni volta che ci riuscivo dentro di me si rafforzava la voglia di tornare a trasgredire; quando i miei hanno tentato di limitarmi gli spazi che avevo ottenuto trasgredendo, non ottenevano altro che un dolore maggiore di quello che avevano prima di tentare a fermarmi.
Alla fine ho invertito la normalità con la trasgressione, voi vi chiederete come; è molto semplice quando qualcuno, oppure la mia stessa famiglia, mi diceva che bisogna fare la pipì nel centro, io la facevo fuori apposta, perché solo cosi riuscivo ad avere la reazione dall'esterno che all'epoca mi faceva sentire meglio e vivo.
Facevo sempre così, quindi quello che agli occhi degli altri sembrava trasgressione per me era la normalità.
Quando la mia famiglia ha tentato d'insegnarmi "la normalità" per me era già tardi; solo ora capisco quanto sia importante che un bambino abbia dei genitori che gli insegnino "la normalità" dai primi passi della sua vita.
Da piccoli quello che s'impara lo si reputa giusto indipendentemente da quello che pensano gli altri. Una volta diventati adulti ci si accorge che gli altri giudicano anomalo e trasgressivo quello che per te è una cosa normale. Oggi mi trovo nella situazione di non sapere di chi fidarmi per giudicare il mio comportamento; mi viene istintivo fidarmi delle mie idee e dei miei ragionamenti, ma a volte mi rendo conto che nemmeno le mie idee e i miei ragionamenti sono giusti; cosi cerco di fidarmi di altri. Sento però che neppure i loro modi e sistemi di vita vanno bene; allora mi trovo perso e riaffiora naturalmente di fare quello che ho imparato da piccolo indipendentemente che sia giusto o sbagliato.
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