Invincibili |
Giuseppe Liuni | 8-09-2009 |
Ci sentivamo invincibili, avevamo tutto o quasi, così ci sembrava. Poi un giorno (come era prevedibile) succede che ti ritrovi rinchiuso. Dapprima cerchi di capire cosa non ha funzionato e dai la colpa ad altri e continui a pensare alla tua uscita e a ricominciare tutto, senza commettere errori.
Pensi sempre che tutto si aggiusterà e non t’importa se hai fatto soffrire e se le tue vecchie gioie sono solo frutto del male causato ad altri, pensi che è stato giusto così. Pensi ai tuoi cari e trovi una giustificazione anche qui a tutto.
Un giorno arriva un bimbo e ti dice: “nonno, ma quando torni?” e ti fa capire che ha bisogno di te, non del tuo dio denaro, vuole una vita serena e sei tu che hai preso impegni per lui. Allora ti rimetti in gioco, ti confronti con altri e cominci a pensare al tempo che hai perso e al fatto che tutti i soldi di questo mondo non ti daranno più le piccole cose che non potrai fare e ti rendi conto che fino ad ora tu eri fasullo, che non sei stato capace di dargli quello che avevi promesso: la sua serenità.
Vorresti tornare indietro ma non si può. Si può cambiare vita, questo sì, ricominciare con umiltà e smettere di seminare solo dolore.
Ma non è facile. Sono un pessimista e ho paura, sì, ho paura di non riuscire nei miei buoni propositi. Sono buoni e sono fortemente convinto di quello che voglio fare, ho buone possibilità di riuscirci, ma mi chiedo se poi di fronte ad alcuni ostacoli, oppure una volta fuori di qui, può succedere che si faccia sentire in me non la forza ma la mia fragilità, quella che io nascondevo dietro la maschera di duro che solo ora ho tolto, per sentirmi me stesso e pensare ad un futuro migliore.
Adesso mi domando e chiedo agli altri “e se poi ci ricadiamo?” Tutti mi vengono contro, dicendomi che non sono ancora convinto e allora mi chiedo come mai la maggior parte di noi che decidono di cambiare vita poi li ritroviamo qui. Questo mi tormenta; lo so che io ho un mestiere che mi agevola ma mi spaventa un po’.
Riuscirò a buttare via la mia maschera e tornare ad essere uno come gli altri? Non lo so, è certo che prima di buttare la spugna tenterò di aggrapparmi al mio caro nipotino, perché non sono io che do la forza a lui, ma è lui che la da a me.