2.2 - La storia del gruppo della trasgressione

Il “Gruppo della Trasgressione”, coordinato dal Dott. Angelo Aparo, psicologo presso la Casa Circondariale di San Vittore, psicoterapeuta e docente di Psicologia della devianza, è un gruppo composto da detenuti ed ex detenuti del carcere di Milano, da studenti e neolaureati di Psicologia e Giurisprudenza. Il gruppo si incontra per discutere dentro e fuori dalle mura dello storico carcere milanese attorno a temi che riguardano l’individuo e le sue relazioni, invitando a partecipare al confronto anche professionisti di diversi ambiti disciplinari e gruppi di adolescenti che il gruppo incontra all’interno del carcere e nelle scuole. Lo scopo è  “cercare di rendere reali gli obiettivi ideali della Legge: promuovere l’evoluzione del cittadino, libero e detenuto, e delle sue relazioni con la collettività e prevenire i fenomeni di disagio e devianza” (Aparo, 1994, 2005).

 

2.2.1  -  Come nasce

Il Gruppo della Trasgressione nasce nel settembre del 1997 ad opera del dott. Angelo Aparo. Il desiderio di rendere operativa l’affermazione generale che la pena è tesa al recupero del condannato è stato il motivo ispiratore del progetto di costituire un gruppo di riflessione sulle dinamiche della trasgressione che partisse dall’interno del carcere per coinvolgere progressivamente la società esterna a “cercare dentro il mondo dei detenuti e dell’Istituzione parti di sé e delle proprie contraddizioni” e a rintracciare “assonanze ed elementi di continuità nelle differenze” (Aparo).

L’idea di un gruppo di discussione prende corpo giorno dopo giorno dall’insofferenza da parte del dott. Aparo di praticare la professione di psicologo in un ambiente che strutturalmente impedisce la comunicazione, dalle sue perplessità sull’efficacia della pena detentiva come strumento di risocializzazione, dai dubbi sulla consistenza dei mezzi di cui dispongono gli operatori penitenziari per dedicarsi al recupero dell’individuo a sé e al sociale, dall’esigenza di trovare un modo affinché il detenuto non dimentichi la sua relazione con la società e la società, da parte sua, non dimentichi che chi ha commesso reati tornerà ad essere un suo cittadino.

Dopo 18 anni di attività in carcere in qualità di esperto in psicologia ex art.80, l’idea del Gruppo della Trasgressione si concretizza con una proposta ai detenuti della Sezione Penale del carcere di San Vittore di dedicare parte del loro tempo ad una ricerca attendibile dell’evoluzione del condannato e alla riattivazione della relazione del detenuto con la società esterna, come auspicato dalla Legge. Così, un giorno di settembre del 1997, insieme ai detenuti che in quella circostanza scelsero di partecipare, lo psicologo della Sezione Penale, dava inizio a una ricerca sulla trasgressione, al “progetto di ricucire il baratro che le circostanze storiche e le responsabilità personali del reo hanno alimentato tra lui e la vittima”.

I detenuti sono invitati a riflettere sull’impulso a trasgredire e a rintracciare nello scardinamento della norma il seme antico di un’istanza lontana e dimenticata. Per motivare le persone a individuare il proprio desiderio di crescere e a prendersene cura, il coordinatore postula il mito di un seme positivo che, da un certo punto in avanti, in conseguenza di tante possibili interazioni con la realtà, privilegia una specializzazione, dimenticando gran parte del suo originario potenziale”.

L’assunto di riferimento da cui il gruppo è partito è che “in ogni campo dell'espressione umana possono essere rintracciati esempi di trasgressione, giacché da sempre avviene che l'uomo:

A partire da questi presupposti il gruppo comincia a invitare periodicamente ospiti esterni (giudici, docenti, cantanti, antropologi, medici) stimolandoli a rintracciare nella loro specifica materia collegamenti con il tema della trasgressione. Gli incontri sono molto stimolanti, i detenuti non si limitano ad ascoltare le relazioni ma pongono domande, interagiscono. Giorno dopo giorno, diventa prassi normale che il gruppo comunichi con il mondo esterno e le persone da fuori riconoscano nei detenuti il desiderio di conoscere, di riflettere criticamente.

 

2.2.2  -  La collaborazione con gli studenti

Ad aprile del 2002, al nucleo originario del Gruppo della Trasgressione costituito da una quindicina di detenuti, si uniscono una decina di studenti della Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca venuti a conoscenza del gruppo attraverso i corsi di “Devianza in età adulta” tenuti dal dott. Aparo nel 2000 e nel 2001.

La bibliografia per l’esame comprendeva letture sulla tendenza antisociale e sul rapporto tra aggressività e sviluppo emozionale del pediatra psicoanalista Donald Winnicott (1958), un articolo dello stesso Aparo (1994) con riflessioni sulla problematicità dell’intervento psicologico in carcere e sulle dinamiche della trasgressione, alcuni testi di detenuti su esperienze e riflessioni sul tema della devianza raccolti sul sito www.trasgressione.net.

Gli studenti sono stati stimolati, con lezioni interattive, a intendere il fenomeno deviante non come un oggetto di studio da definire e circoscrivere, ma come uno degli esiti possibili che, nella vita dell'uomo comune, può essere determinato dalla carenza di spazio per elaborare la propria esperienza (Winnicott, 1958), a leggere il gesto criminale come una comunicazione che il soggetto deviante intrattiene con se stesso, con la sua vittima e con le figure istituzionali con le quali entra in relazione, a riflettere sul materiale proveniente dai detenuti del Gruppo della Trasgressione e sulla propria esperienza personale.

Fin dai primi giorni di lezione è accaduto che, attraverso il sito, studenti e detenuti, al di qua e al di là del muro, abbiano iniziato un dialogo sul lavoro del gruppo e sui contenuti centrali del corso (la visione soggettiva della realtà da parte del deviante, le microscelte che portano progressivamente al reato, la sfida come esperienza ricorrente del deviante, le problematiche del raptus e della pedofilia, il concetto di responsabilità).

Al termine del corso gli studenti preparano una tesina con cui presentano una elaborazione personale dei contenuti del corso; i detenuti, da parte loro, chiedono di incontrare gli studenti e nel giro di pochi mesi viene organizzato un piccolo convegno intitolato “Luci e ombre”. In quella occasione alcuni degli studenti che avevano superato l'esame portano i loro elaborati e li offrono alla riflessione dei detenuti; partecipano anche una trentina di comuni cittadini cui il carcere, per l'occasione, ha aperto le porte. Comincia in questo modo una collaborazione continuativa tra detenuti e studenti che provano insieme a fare comunicare aspirazioni mal governate e spinte trasgressive, a interrogarsi su luci e ombre di ognuno, a chiedersi se e come l'impulso a distruggere non possa essere trasformato in impulso a costruire.

Tre anni dopo la fusione con gli studenti di Psicologia, nel gennaio del 2005, il gruppo si allarga ad una rappresentanza di studenti della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano. I nuovi studenti provengono dal corso di “Diritto Penitenziario” tenuto dalla professoressa Mariella Tirelli, membro stabile del gruppo dall’aprile del 2004.

All’interno del corso il tema della rieducazione in carcere era veicolato anche da un seminario del dott. Aparo, al quale hanno partecipato anche alcuni studenti di Psicologia e alcuni detenuti del Gruppo della Trasgressione, grazie ai quali si è subito attivato un dialogo diretto con gli studenti di Giurisprudenza.

Argomenti centrali del corso e del seminario erano: le condizioni soggettive e ambientali che portano al reato; quelle che permettono all’individuo un’emancipazione dai propri errori e conflitti; la difficoltà degli operatori carcerari di tenere fede agli obiettivi dichiarati della legge sulla funzione della pena detentiva con gli strumenti di cui dispongono. Al termine del corso è stato organizzato un convegno in carcere tra membri del gruppo e studenti e docenti di Giurisprudenza, ribadendo in tal modo una delle finalità che il gruppo persegue: alimentare la comunicazione tra carcere e società.

Gli studenti di Psicologia e di Giurisprudenza all’interno del gruppo svolgono per i detenuti un ruolo simbolicamente molto importante: la loro collaborazione e la ricerca di un linguaggio comune entro cui riconoscersi rappresenta il rapporto dell’individuo con la collettività, la necessità di porre contemporaneamente attenzione al mondo interiore dell’individuo e alle esigenze della collettività. Inoltre, la presenza di studenti di Psicologia e di Giurisprudenza risponde al desiderio di “incrociare le competenze e gli stili di pensiero dei due ambiti disciplinari per riflettere criticamente su un individuo che, con dinamiche soggettive, vive in una ineludibile relazione con una società organizzata e regolata da norme collettive” (Aparo).

 

2.2.3  -  Il gruppo oggi

Originariamente composto da soli detenuti, oggi il gruppo comprende detenuti ed ex detenuti, studenti e neolaureati e cittadini liberi per un totale di circa 40 persone.

Un ruolo di rilievo all’interno del gruppo è ricoperto dalla Prof.ssa Mariella Tirelli che svolge con passione il compito difficile, ma fondamentale, di arricchire di cultura giuridica il gruppo; altra figura significativa è il Dott. Giampietro Borasio, ex dirigente d’azienda. Entrambi contribuiscono con le loro professionalità e sensibilità ad apportare importanti stimoli di riflessione alle discussioni e a fare da ponte con la società esterna, invitando a partecipare agli incontri docenti universitari, professionisti e figure istituzionali.

Con contributi esterni fa parte integrante del gruppo anche Adriano Avanzini, grafico pubblicitario e pittore, che in più occasioni ha realizzato quadri collegati alle tematiche affrontate dal gruppo. La “Trsg Band” e la “Border Band”, la prima che opera prevalentemente in Lombardia, l’altra in Sicilia, sono due gruppi musicali che affiancano dall’esterno il lavoro che il gruppo svolge in carcere; entrambe propongono musiche di Fabrizio De Andrè e canzoni scritte a partire da poesie e racconti di detenuti e studenti.

A questo nucleo centrale si affiancano una serie di ospiti che nel tempo sono diventati estimatori e frequentatori del gruppo, contribuendo ad un allargamento della materia studiata e degli obiettivi iniziali. Tra i professionisti maggiormente coinvolti ci sono il prof. Enzo Funari (Psicoanalista S.P.I - Società Psicoanalitica Italiana- e docente di Psicologia), il Dott. Francesco Cajani  (Pubblico Ministero e coordinatore degli incontri del gruppo con gli Scout), il Dott. Stefano Zuffi (critico di storia dell’arte), il prof. Giorgio Marinucci (docente di Diritto Penale), il prof. Fausto Malcovati (docente di Letteratura Russa), la Dott.ssa Maria Rosaria Sodano (ex Magistrato di Sorveglianza) e la Dott.ssa Roberta Cossia (Magistrato di Sorveglianza presso il Tribunale di Milano).

Altri due interlocutori privilegiati sono il Dott. Luigi Pagano, Provveditore ed ex Direttore di San Vittore per molti anni, e la Dott.ssa Gloria Manzelli, attuale Direttrice di San Vittore, ospiti agli incontri organizzati con la cittadinanza e da loro stessi promossi.

La partecipazione al gruppo è libera, nessuno viene retribuito, l’unico compenso per il coordinatore, i membri del gruppo e i suoi ospiti è il “piacere della responsabilità” e la soddisfazione di contribuire a trasformare l’esperienza della trasgressione in un bene sociale. Il gruppo che da quasi dieci anni si riunisce due volte alla settimana nei locali del carcere, il 14 giugno del 2006 si è costituito in associazione (cfr Appendice per consultare lo statuto dell’associazione Trasgressione.net).

 

2.2.4 - Gruppi derivati dal Gruppo della Trasgressione

L’esperienza del Gruppo della Trasgressione è unica in Italia; solo la Casa Circondariale di San Vittore ha tra le sue attività trattamentali un gruppo di ricerca culturale che lavora in modo continuativo su progetti che prevedono la compartecipazione di cittadini liberi e detenuti. All’interno di San Vittore, dopo rispettivamente 6 e 9 anni dalla nascita del primo Gruppo della Trasgressione, sono stati avviati altri due gruppi analoghi per caratteristiche di funzionamento, composizione, attività e obiettivi proposti e coordinati sempre dal dott. Angelo Aparo. In futuro è obiettivo del gruppo esportare il metodo di lavoro in altri contesti carcerari e non.

Il Faro
Alla fine di novembre del 2002 viene fondato al reparto “La Nave” (un reparto a trattamento avanzato per tossicodipendenti presente a San Vittore e gestito dalla ASL di Milano) un gruppo, denominato “Il Faro”, che ha lavorato parallelamente al Gruppo della Trasgressione e in collaborazione con esso. Metodo e contenuti erano gli stessi del Gruppo della Trasgressione con particolare attenzione alle tematiche legate alla tossicodipendenza. Il gruppo è rimasto operativo fino a dicembre del 2005. Attualmente al Gruppo della Trasgressione partecipano anche detenuti del reparto “La Nave”.

Il gruppo alla Sezione Femminile
A settembre del 2006 è stato inaugurato anche il Gruppo della Trasgressione al reparto Femminile di San Vittore. A questo gruppo, che si riunisce una volta alla settimana, partecipano anche gli studenti del Gruppo della Trasgressione che costituiscono un ponte tra i due gruppi. Per il momento mancano in carcere le condizioni perché i due gruppi possano fondersi; solo in occasione di convegni in carcere aperti alla cittadinanza essi operano fianco a fianco. Il modello di lavoro è quello classico del "Gruppo della Trasgressione".

 

Cap. seguente  
Torna all'indice della tesi