Le vertigini della libertà |
Livia Nascimben | 07-05-2005 |
Che buono il sapore di un fugace momento di libertà! E quanto è duraturo il suo gusto in bocca quando quel momento lo hai raggiunto nonostante i limiti e le paure! Altro che l’illusione di pienezza di tonnellate di cibo, ingurgitate furtivamente con rabbia e buttate subito dopo, con altrettanta forza, nel fondo di un water mentre l’unica cosa che puoi ancora permetterti di sentire è di non avere alcun potere. A volte sembra impossibile raggiungere i propri sogni, puoi arrivare a sentirti talmente oppresso da non vedere alcuna via d’uscita dai tuoi malesseri e la tua condizione senza futuro è l’unica realtà che riesci ad immaginare per te stesso. Non ti fidi di nessuno, senti che nessuno potrà mai capire realmente cosa provi tu, cerchi un modo che ti allevi le sofferenze, un modo di agire che sia solo tuo e di nessun altro, e a chi ti dice che stai andando nella direzione sbagliata alzi le spalle con disprezzo: su qualcosa devi pure illuderti di mantenere il controllo! A volte nel tuo cammino verso la distruzione, prima del capolinea, individui qualcuno di cui poterti fidare e cominci a scoprirti, a fare delle cose che ti piacciono e ti gratificano. Vai avanti e torni indietro, passano i giorni, sei ancora lontano da ciò che desideri o forse più vicino di quanto credi. Fallire nel tuo progetto ora fa un male terribile, il dolore non è più diffuso e generalizzato, ma più acuto e pungente, adesso che intravedi e speri di potere arrivare a goderti la vita e a riprenderti ciò che hai lasciato indietro. Poi arriva il giorno in cui avverti distintamente di stare andando incontro davvero al tuo primo sogno, senti di avere raccolto abbastanza forze e guadagnato abbastanza spazio per potercela fare; ciò che un tempo ti sembrava una meta troppo lontana lo vedi lì, davanti a te. Ti senti alleggerito e anche allo specchio ti vedi più snello, scegliere è diventato meno faticoso, senti di avere la possibilità di fare più scelte, anche diverse tra loro, una scelta non è più una volta per sempre, non è più questione di vita o di morte. Spesso preferisco ancora la sicurezza di una scelta non presa, l’illusione di avere davanti a me tutte le strade aperte, pur se il prezzo che pago è il rimanere immobile. Farmi guidare dai miei desideri a volte mi fa girare la testa, riconoscere cosa provo e come vorrei comportarmi di fronte ad una decisione a volte mi genera un misto di incertezza, paura, vergogna, senso di solitudine: è la “vertigine della libertà”, quella sensazione che provi di fronte ad una scelta che, in quel momento, senti rappresentare autenticamente te e le tue emozioni, te in relazione ai tuoi obiettivi. L’altro giorno ho respirato la libertà nel chiedere di essere abbracciata; e sono contenta perché non ho lasciato inascoltato ciò che sentivo. Il desiderio era accompagnato dalla paura: ho esitato, sentivo che stavo per ritirarmi dalla scena, ma ho accettato di chiedere che venisse colmato un mio limite: non avevo il coraggio di osare farmi avanti e assecondare il mio desiderio! La libertà l’ho sentita nell’essere arrivata dove, in quel momento, da sola non ero in grado di arrivare, perché quando ero stretta nell’abbraccio, in quell’istante, non era importante con quante mie forze ero arrivata lì, ma essere lì. E allora grazie a tutte quelle persone che in questi anni si sono ostinate a starmi accanto anche quando le respingevo e a chi continua a mettere con me legna nel forno… perché stare a tavola insieme è un gran bel piacere!
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