Respirare mi viene difficile

Livia Nascimben

  14-04-2005
 

Lo spazio è stretto, troppo. Non so come uscirne, quale strada ho percorso per ritrovarmi qui? Non lo so, non lo ricordo. E adesso cosa faccio? Davanti non vedo come muovermi, indietro non so dove tornare. Urlo ma non ho voce, voglio uscire, perché nessuno mi sente?

La mano sporca sembra toccare qualcosa. E’ un lombrico, un lurido verme, però adesso mi è utile, perché ora è di lui che ho bisogno, cercherò di dargli le mie attenzioni.

Mi sento sola, incapace di reagire. Mi guardo allo specchio, il mio corpo mi fa schifo, anche lui non è come lo vorrei: se solo riuscissi a scolpirlo, a piegarlo secondo la mia volontà. A quel punto potrei estendere il mio potere su tutto il resto.

Lui ed io, insieme, chiusi con la faccia nel fango, a strisciare.

Digiuno, mi metto a dieta stretta, cedo, mangio tutto ciò che trovo, con rabbia, in solitudine. Salgo le scale a piedi, mi peso, ho fame ma bevo acqua.

Mi sono persa, sono lontana, le emozioni da dividere con un verme, che sembra disposto a concedermi la sua compagnia.

Non penso che al mio corpo che non mi piace, alla cellulite, alla bilancia. Sono a disagio in mezzo alle persone. Mi sento insicura, vuota.

Oramai i miei occhi hanno paura della luce.

Ho un solo desiderio che paradossalmente è anche la paura più spaventosa che abbia: non essere vista.

Quanto bisogna abbassare la testa per diventare invisibili?

Cosa ho combinato nella vita? Mi sento insignificante, voglio sparire ma agli occhi di chi? Spesso ho l’impressione di essere già invisibile, a me stessa, agli altri. Siamo lontani, divisi da spesse mura.

Mi arrabbio e urlo, ma il mio amico non mi degna della sua attenzione, continua a mangiare nella melma.

Vomito.

Mi allontano sempre di più dalla realtà.

Mi fermo un secondo. Ho perso i miei desideri. Cosa sto cercando?

La felicità consiste nell’accettare se stessi; lui ci riesce, il mio amico è se stesso, ma lui è un verme.

Ed io? Sono diffidente, ho paura; ma il mio segno nel mondo voglio lasciarlo! E voglio che sia un bel segno, riconoscibile da tutti.

Il sole attraversa le pareti, nella stanza non ci sono finestre, ma giunge ugualmente il suo tepore a sciogliere i miei fantasmi.

Sorrido. I miei alleati adesso li vedo, sono sempre stati tra le mura. Insieme cerchiamo i nostri sogni nella melma, lavoriamo i nostri limiti per costruire uno spazio entro cui riconoscerci. Stiamo rischiando di venire fuori. La nostra prossima meta? Il convegno!