Il cucciolo del lupo
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Nicola di Vaira | 16-05-2005 |
Oggi il gruppo mi ha particolarmente toccato.
Mi ha emozionato ascoltare lo scritto di Ale, e percepire la forza e la fragilità del suo raccontare; e mi ha altrettanto emozionato vedere Enzo muoversi con fatica nel suo discorso, spinto da una dolcissima commozione: normale, se si pensa ai propri affetti, e si vive nelle condizioni in cui Enzo vive. Lui, il lupo, che manca di suo figlio, il cucciolo.
Io non so come si possa sentire il cucciolo di un lupo, costretto a vivere lontano da suo padre. Provo a immaginare le sue sensazioni e i suoi stati d’animo, anche se sono consapevole di vivere una condizione molto diversa; io non vivo questa esperienza, non sono il cucciolo che vive senza il suo papà lupo.
Però lo sto conoscendo, il lupo; e, man mano che il tempo passa, mi sto affezionando a lui e al resto del branco, sempre di più.
Certo, ripeto, io non sono il cucciolo. Ma credo che lui, come me, e più di me, stia imparando a conoscere, ad ascoltare e ad apprezzare il lupo ferito. Con fatica, si; e con il tempo.
Lo credo. Lo spero. Ne sono convinto.