Una parte per riconoscersi

Paolo Sorge

 

23-11-2011

Guardando all’esigenza del ballerino, che ha bisogno a tutti i costi di essere riconosciuto come tale, potremmo soffermarci proprio su questa sua necessità di affermarsi, in quanto questa problematica accomuna molti di noi.

Penso che uno dei fattori che accomuna questa esigenza si possa ritrovare in ciò che sentivamo da piccoli quando abbiamo fatto qualcosa per qualcuno cui chiedevamo attenzione e questo qualcuno non ci ha aiutato a sentirci orgogliosi di noi stessi. Chissà cosa arriviamo a covare dentro di noi quando ci convinciamo che le persone per noi importanti smettono di ascoltarci, mentre noi continuiamo a recitare la nostra parte!

Probabilmente avremmo dovuto fermare la nostra recita nel momento in cui il nostro pubblico si era distratto, così da trovare risorse nuove e poi ripartire quando il nostro pubblico fosse tornato più attento... ma come potevamo capirlo?

Nella vita molte nostre esibizioni sono passate tra l’indifferenza e la distrazione quotidiana. Molte volte, anziché ricevere le dovute attenzioni e qualche riconoscimento, abbiamo ricevuto solo rimproveri. Questo ha indotto molti di noi a nascondere e chiudere a chiave le proprie incertezze, tanto da riuscire a vivere soltanto mettendo in atto atteggiamenti devianti, per non sentire il peso dei nostri fallimenti.

Chiudersi in se stessi crea una sorta di protezione. E' difficile buttare fuori le proprie insicurezze se intorno a noi non riconosciamo una guida capace di farcele superare. A quel ballerino sarebbe risultato difficile parlare di ciò che desiderava fare durante la sua parte, perché di certo gli avrebbero negato la possibilità di esibirsi. Ma forse, se avesse manifestato il suo desiderio di affermarsi, avrebbe potuto convincere il regista a concedergli qualche altra opportunità e, in questo modo, non avrebbe avuto il bisogno di rovinare tutto.

E comunque, questo ballerino avrebbe dovuto accettare il fatto di non poter avere tutto e subito. Avrebbe dovuto riconoscere di essere parte di tutto ciò che era stato organizzato, invece di coltivare da solo e contro gli altri l'illusione di poter fare di testa sua. 

Nel nostro caso mi sembra inutile restare in carcere per anni coltivando al chiuso le stesse ambizioni che ci hanno condotto a questo punto. Credo che invece si debbano fissare le nostre basi, là dove qualcuno possa essere per noi un riferimento. E' importante cominciare a costruire con gli altri senza essere isolati dagli occhi del mondo e in modo da poterci riconoscere in quello che si porta avanti con la società… dove comunque dovremo tornare.