La morte del cigno |
Redazione | Un sunto | 22-10-2011 |
Un ballerino, da troppo tempo in cerca di lavoro, viene a sapere che nel teatro della sua città sono aperte le audizioni per ottenere una parte nello spettacolo “La morte del cigno”.
Il ballerino prende parte alla selezione e, grazie a un colpo di fortuna, viene scritturato per interpretare un cigno che nel grande finale dello spettacolo, dopo una breve ma straziante agonia, morirà.
La parte è breve, l'ultimo ballo dura appena un paio di minuti. Ma il ballerino, che da tanto tempo non lavora e che brama di esprimere le sue qualità, durante lo spettacolo pensa che l'ultimo canto del suo cigno merita ben altro spazio e così decide di prolungarne indefinitamente l'agonia.
Gli spettatori, i colleghi di scena e il regista cominciano ad allarmarsi, il ballerino non dà segni di voler cedere, l’agonia dell'animale diventa per tutti sempre più dolorosa. In sala gli spettatori rumoreggiano sempre più, ma il cigno non desiste.
Volano pomodori e insulti ma lui, galvanizzato dalla danza e dal palcoscenico, scambia le imprecazioni per ovazioni e gli ortaggi per omaggi. Il regista, oramai fuori di sé, irrompe sulla scena con un bastone per obbligare il ballerino a chiudere lo spettacolo, ma non c’è niente da fare.
Arriva la polizia, che lo carica in macchina strappandolo alla folla che vorrebbe ormai linciarlo. Viene accompagnato in ospedale mentre lui, sanguinante, fantastica sul successo della serata.
Gli anni passano; il ballerino prova a riciclarsi come attore. Squattrinato come prima e sempre in cerca dell'occasione giusta, ottiene la parte di Mercuzio in “Romeo e Giulietta”. Siamo al momento in cui il personaggio dovrebbe morire in duello, ma ancora una volta il nostro non ci pensa proprio a lasciare la scena. Ferito ripetutamente dall'avversario, ondeggia ma non cade mai. Fin quando dal pubblico si leva una voce: “Ma tu, 10 anni fa, non eri quel cigno che…?"