Il cigno col pallone |
Massimiliano De Andreis |
17-11-2011 |
Per me quel ballerino ha paura di scendere dal palco perché sa che dopo la morte del cigno non avrà più uno spazio dove essere riconoscibile, o semplicemente perché sente che tornerà a essere solo.
Qui mi collegherei al bullismo. Quante volte a scuola per le varie difficoltà famigliari mi sentivo molto solo, così mi mettevo in mostra con gesti discutibili, come… mettermi in piedi sul bordo della finestra… mettere lo zucchero nei serbatoi delle macchine delle prof, o durante la ricreazione demolire tutti i banchi e le sedie. Invece, quando facevo il bravo e il silenzioso, nessuno si accorgeva di me e del malessere che mi circondava!
Del resto anche il ballerino non aveva mai avuto uno spazio dove sentirsi importante… quindi, una volta trovato quello spazio, non lo vuole più lasciare. Per questo voglio raccontarvi una cosa della cui importanza solo con il tempo sono diventato consapevole…
Quando ero ragazzino, in casa mia regnava il caos, l’unica cosa normale che facevo era giocare a calcio ed ero proprio bravo… come il cigno nella sua parte. A scuola non poteva andare bene… a casa non dormivo molto… e a scuola mi addormentavo sul banco… quando ero sveglio mi dicevano che ero troppo schizzato, così mi sbattevano fuori dalla classe.
In effetti, ora mi rendo conto che non era molto facile gestirmi… ma erano troppo grossi i problemi in casa per un ragazzino e preferivo stare notte e giorno buttato in mezzo la strada… ogni tanto mi domandavo perché nessuno interveniva… oltretutto c’era anche la mia sorellina più piccola di 5 anni… ma questa è un’altra storia… torniamo al calcio e al cigno in cui mi sono immedesimato…
Come il ballerino, quando entravo sul campo di gioco era come entrare sul mio palcoscenico. Il mio ruolo? Il centrocampista centrale, quello che ha il compito di guidare la squadra nei movimenti… ricordo che l’allenatore prima e durante la partita mi urlava “dai Massi, guidami la squadra”… e io per quei 90 minuti non mi sentivo più solo, i problemi rimanevano fuori dal campo… avevo la responsabilità di trascinare i compagni e finalmente ero riconosciuto per qualcosa di costruttivo.
Però ricordo che, come il cigno dal suo palco, non sarei mai voluto uscire dal campo. Pur di continuare a giocare oltrepassavo ogni limite, anche fisico… ecco perché capisco il cigno che non voleva morire.
Una cosa vorrei dire ai ragazzi… le partite un giorno le ho sostituite con la cocaina. Si proprio lei… che ti illude di essere la tua migliore amica, un'amante, una compagna con cui non ti senti mai solo… ma poi è arrivato il giorno in cui non è bastata nemmeno lei e io sono rimasto di nuovo solo… come quel giorno a scuola quando mi appendevo dalla finestra… ricordate?
Beh quel ragazzino un po’ bullo finalmente ha trovato qualcuno che crede in lui e gli ha dato l’opportunità di farsi riconoscere. E così, oggi non ha più il terrore che le sue partite debbano finire dopo i 90 minuti al campo di calcio.
Forse il suo cigno ha capito che può morire tranquillamente perché il ballerino non è più solo e può avere una vita da protagonista anche fuori dalla scena.