Osservando e ascoltando l'informazione televisiva sulle varie reti ho potuto farmi un'idea di come una stessa notizia, identica nell'informazione, sia poi differente nel commento. Prendiamo ad esempio un fatto di cronaca quotidiana all'ordine del giorno in quest'inizio 1999: la cronaca nera.
Su alcune reti si è cercato, pur ammettendo la realtà dei fatti, di spiegare e dare un "movente", se così si può dire, alle azioni di alcune "trasgressioni civili". Su altre, invece, pur comunicando la stessa notizia, si è cercato di rendere invisi gli autori di tali trasgressioni con commenti e argomenti che potevano far leva sul malcontento del momento.
Questo vale anche per la carta stampata. Se leggiamo le diverse testate, se leggiamo attentamente tra le righe, anche quei giornali che non sono di parte, i cosiddetti giornali indipendenti, non sono poi differenti dalle televisioni. Allora - mi chiedo - quale commento devo prendere per buono, quale esempio devo seguire?
E qui entra in gioco la mia infanzia, la mia cultura, le mie idee politiche, se ne ho, i miei interessi, il mio stato sociale. Prendo per buono tutto quello che hanno detto, sia gli uni sia gli altri e faccio quello che mi pare. "Se hanno trasgredito loro - mi dico - che non dovrebbero poiché devono pensare ad una società più giusta, meno violenta ecc., perché non posso farlo io se ne ho la necessità e a volte anche l'abitudine, purtroppo".
In conclusione - e qui cito un vecchio proverbio -: "Non v'è cieco più cieco di chi non vuol vedere e non v'è sordo più sordo di chi non vuol sentire". La trasgressione, a mio modo di vedere, è insita nell'uomo, che la pratica giornalmente. E chi più ha "poteri" più trasgredisce; solo che quel tipo di trasgressione è una trasgressione legalizzata: non produce male immediato.
Ma poi cosa succederà in quelle menti che hanno assimilato certi comportamenti, certi modi di fare e di pensare? Secondo me prima o poi la loro buona trasgressione, eclatante o meno, sarà commessa.