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Intervista sulla sfida

Dott.ssa Anna Maria Ferruta

PSICOANALISTA S. P. I.

 

Senza pensarci troppo, quali immagini Le evoca il termine SFIDA?
Le prime immagini che mi sono venute in mente sono: James Dean in "Gioventù bruciata" e il personaggio Hyena B. in "America 19..: sterminateli senza pietà"


Quali personaggi della storia, della mitologia, della letteratura, dell'arte, della scienza, dello sport?
Ulisse di Dante; Dante; Galileo; Magic Johnson


Mi dà qualche aggettivo per definire una persona che lancia una SFIDA?
Oppositiva; bisognosa di riconoscimento

Quali possono essere le cause e le finalità che spingono gli individui a rischiare lanciando delle sfide?
Alla base di una sfida mi sembra ci sia una reazione alla minaccia di uno più forte che impone qualcosa a uno che non ha i mezzi per contrastarlo. Quindi: reazione e sproporzione di mezzi. Il contrario di quello che avviene nelle competizioni sportive che non sono sfida perché prevedono una certa confrontabilità delle risorse a disposizione: serie A, B, C; oppure pesi leggeri, medi, massimi.

Possiamo provare a individuare alcune categorie di sfida? Quanti tipi di sfida esistono?
Per sopravvivere; per giocare.

Che rapporto c'è fra sfida e narcisismo, sfida e istanze evolutive; sfida e conflitto
Mi sembra che il tema del conflitto non sia centrale. La sfida più costruttiva riguarda quella che è in rapporto con istanze evolutive, perché ritengo che al centro di questa problematica ci sia una sproporzione tra grande e piccolo: ognuno dovrebbe potere affrontare conflitti con strumenti almeno un poco proporzionati al cimento da intraprendere. Per il narcisismo, penso che chi cerca sfide per tutta la vita sia legato alla fantasia di essere stato già grande fin dagli inizi e continui a cercare conferme di questa inconscia e illusoria convinzione.

Cosa rimane alla persona di una sfida?
Soddisfazione e amarezza: alla base, più che la vittoria, c'è una ricerca di sé e del riconoscimento delle proprie capacità ed esistenza da parte di un altro.

C'è un'età in cui la SFIDA è più frequente?
L'adolescenza, naturalmente.

Quali differenze e quali analogie possiamo cogliere fra la sfida di un adolescente e quella di un adulto?
L'adolescenza è un'età in cui avviene una riorganizzazione della personalità, volta a integrare nel sé aspetti pulsionali e aspetti trascurati dell'identità fino allora condivisa. Questo bisogno di riorganizzazione del sé e di integrazione di parti di sé inconsce, sconosciute e trascurate, si ripresenta periodicamente in vari momenti della vita.

Immaginiamo qualche battuta fra un ragazzo e un adulto, con il primo che racconta al secondo di una sfida che intende fare…Cosa dice il ragazzo e cosa dice l'adulto?
Il dialogo dipende dal tipo di relazione che c'è tra i due e dal motivo dell'incontro. Non saprei: cercherei di capire quali strumenti mancano al ragazzo e di provare a pensare in che modo acquisirli.

E per un bambino, cosa è la sfida?
Un bambino è troppo dipendente, fisicamente e psicologicamente, per potere ingaggiare sfide: spesso la sfida è il ritiro nel rifiuto, in comportamenti simil-autistici.

La sfida della donna è diversa da quella dell'uomo?
In genere i maschi sono più portati alla sfida: in un bel lavoro la Chasseguet-Smirgel osserva che le donne, potendo in modo più diretto tornare alla madre per identificazione attraverso la gravidanza, spesso hanno meno comportamenti trasgressivi: una donna ha a disposizione lo strumento della generazione, che la vincola ma insieme la svincola dall'impotenza.

Secondo Lei, oggi la nostra società lancia dei messaggi di SFIDA al cittadino?
Non saprei: mi viene in mente il controllo globale che non lascia spazio di autonomia e di gioco. Questo spazio basterebbe, come è illustrato nel finale di "America 19 sterminateli senza pietà", in cui il protagonista, che ha salvato il paese, fa uno scherzo al Presidente degli Usa lasciandogli invece della cassetta con le informazioni segrete quella con la musica; oppure il film "Lagaan", in cui c'è la dimensione del gioco, che alla fine coinvolge potenti british e deboli indiani.

Pensa che affrontare delle SFIDE nel corso della nostra vita sia inevitabile?
Non lo so, sarebbe meglio di no, potere coltivare curiosità e nuove esperienze, senza dovere incontrare una nuova Inquisizione come Galileo.
Mi sembra utile sviluppare strumenti: scuole e conoscenze, per potere giocare come sfida piacevole.