Giochiamo insieme quest'anno |
La fine di un anno è sempre un momento particolare. Anche non volendo siamo portati a tracciare bilanci, a segnare una "linea", al di là della quale esiste l'incognito, il futuro, che pure difficilmente si scosterà in modo brusco dal solco lungo il quale le nostre (le mie) ruote sono abituate a muoversi. Eppure.
Non è retorica se affermo, oggi, che chiudo il 2002 con un ricordo forte, intenso, emozionante. Il merito è di un pomeriggio insolito, che ha messo a dura prova la mia capacità di comunicare, di rappresentare il senso della mia esistenza inserendolo in un contesto non semplicemente autobiografico, o peggio, agiografico.
Ho scoperto, con freschezza a tratti drammatica, il peso delle parole. Il rischio di pronunciarle fuori contesto. La paura di offendere sentimenti, di proporre una "lezione" a chi poteva e potrebbe davvero "insegnare" a me.
Credo che sia nato uno scambio fecondo, emotivamente e intellettualmente intenso, attorno al quale devo ancora riflettere, perché non vorrei che restasse un episodio, una piccola gemma nella galleria dei ricordi.
Ho davanti ai miei occhi i volti di tante persone assai diverse. Ho stretto mani di spessore e di forza differenti. Ho ascoltato parole che venivano dal profondo. Mi è dispiaciuto andare via, uscire così presto. Mi è sembrato ingiusto. Sono tornato a casa rinunciando a una cena con amici, che pure mi avevano invitato da tempo. Sentivo il bisogno di solitudine.
Desidero perciò dire un "grazie" che non è parola al vento, ma è un'offerta di scambio ulteriore, non so come, non so quando. Anche con i giovani, con gli studenti e le studentesse che mi hanno sorpreso per profondità e sensibilità, direi per appropriatezza.
Ma è il carcere, come contenitore di persone vive, e importanti, che resta nel mio cuore e nel mio cervello. In effetti, a un certo punto, mi sentivo assai più sicuro lì, a San Vittore, che fuori. Mai come in quella circostanza ho apprezzato la mia tendenza naturale a non giudicare mai, e ad ascoltare sempre, se possibile.
Buon anno, speriamo.
Franco Bomprezzi | Superabile.it |