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Mi ha colpito molto il tuo scritto e mi ha fatto pensare
pensare a come due vite, forse vissute in maniera completamente diversa, possono portare comunque a uguali conclusioni: purtroppo qua dentro ci siamo tutti e due.
A differenza tua, non ho mai avuto autorità da sfidare e sono sempre stata talmente libera, da arrivare al punto di sentirmi completamente persa e sola, e fin da bambina, la mia più grande sfida è stata la ricerca di un qualcuno o un qualcosa a cui appartenere. Ho avuto genitori troppo giovani e troppo assenti, che a otto anni già mi consideravano abbastanza grande da cavarmela da sola e libera di fare esperienze, e nella vita ho imparato quel che so, andando a sbattere contro alle cose, cadendo e rialzandomi milioni di volte, senza avere mai un punto di riferimento.
Nessuno mai mi ha detto o mi ha imposto come vivere, nessuno ha mai avuto aspettative da me e in questa grande solitudine ho cercato disperatamente di sentirmi uguale agli altri, a otto anni cercando di proposito le botte dai miei, chiedendomi perché i miei compagni venivano sculacciati e io no, a quindici andandomene ripetutamente di casa, sperando che qualcuno venisse a cercarmi ed è qui che è nato in me quello che tu chiami "senso di onnipotenza", perché mi sentivo sempre un passo avanti agli altri, perché avevo la libertà di sperimentare tutto ciò che volevo, e volevo sempre di più, mi sentivo grande, matura, responsabile e quello che per gli altri era trasgressione per me era normalità.
Lo sballo delle droghe, per me non era altro che il modo di sentirmi parte del gruppo, confondermi tra gli altri, essere parte di loro, e per un po' ha funzionato.
Ma prima o poi bisogna guardare in faccia la realtà mettendo da parte il senso d'onnipotenza; ho scoperto tutte le mie debolezze e le mie paure, a ventotto anni mi rendo conto di essere una persona estremamente insicura, capace di cavarsela alla grande da sola, ma incapace di emergere tra gli altri, con la tendenza ad assecondare le persone per paura di essere rifiutata, una persona talmente sensibile da arrivare a farsi per non sentire, perennemente insoddisfatta di tutto quel che fa. Vorrei, come mi consigli di fare, lasciarmi andare completamente e vivere per una volta le mie emozioni senza alcun controllo e senza alcuna paura, fregandomene completamente del giudizio degli altri e forse col tempo riuscirò a vedere non solo i difetti, ma anche pregi, oltre al mio bell'aspetto e alla mia intelligenza (scherzo tanto per sdrammatizzare).