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Ciao Livia,
grazie per la tua risposta. E' difficile prendere posizioni certe di fronte a questi fatti, e soprattutto è difficile dare una spiegazione chiara e ordinata di fronte a un gesto che mostra quanto sconvolgente e caotico dovesse essere il mondo del Signor Giovanni.
Da una parte credo sia stato un grosso errore considerare il suicidio una vittoria; come dici tu, chi può gioire di una vittoria se non ci sono vincitori?? Eppure faccio fatica a considerarlo del tutto una fuga; quando si fugge, lo scopo è sopravvivere, metti in moto tutte le tue risorse fisiche e psichiche per difendere qualcosa che è vitale per te stesso.
La fuga è una reazione automatica perché, insieme all'attacco, è fondamentale per la sopravvivenza. Certo ci sono anche delle "fughe vigliacche", che preferiscono abbandonare il campo di battaglia, piuttosto che affrontare faccia a faccia il nemico. Ma il Signor Giovanni è fuggito? E' scappato in un paese straniero senza lasciare alcuna traccia di sé? Come poteva fuggire il signor Giovanni se il nemico era dentro di sé?
Forse....Ciò che mi impedisce di considerare il suicidio come fuga, è che non è una reazione automatica; per compiere un gesto del genere è necessaria una consapevolezza tragica, una MACROSCELTA che deriva da una serie di strade imboccate. Non so voi, ma io credo che nel togliersi la vita ci voglia davvero molto coraggio, un coraggio che, come dici tu, non ha trovato altro modo di esprimersi, se non con l'autodistruzione.
Per tutta la vita il Signor Giovanni ha perso delle sfide; nel corso della nostra vita tutti noi abbiamo perso delle sfide. Credo sia di fondamentale importanza e funzionale alla crescita perdere a volte delle sfide; ciò può aiutare a costruirci il nostro senso del limite, a posizionare le nostre colonne d'Ercole, a migliorarci per tentare di oltrepassarle. Certo c'è anche l'altra faccia della medaglia nella perdita di una sfida: la delusione, la rabbia per un traguardo che non si è raggiunto e magari anche un abbassamento della propria autostima.
Il Signor Giovanni, dalla perdita delle proprie sfide credo abbia colto solo quest'ultima faccia; dalle proprie sfide il Signor Giovanni ha trovato il modo di migliorarsi? Le sfide sono degli esami che dobbiamo superare, ci mettono alla prova, e a seconda di come le prendiamo, di come le affrontiamo, ci permettono di crescere (indipendentemente dal vincerle o perderle) o di diventare degli eterni perdenti. Però ad un certo punto il Signor Giovanni ha detto basta: basta con le eterne sconfitte, basta con queste continue umiliazioni. "non voglio più essere perdente". Ha fatto una scelta, una scelta definitiva e irreversibile: ha "deciso" di morire. Un'ennesima sconfitta??? Da una parte sì, ma dall'altra sembra esserci ancora qualcosa che mi sfugge.