| Ballata degli impiccati |
1969 | Fabrizio De André |
Tutti morimmo a stento
ingoiando l'ultima voce,
tirando calci al vento
vedemmo sfumare la luce.
L'urlo travolse il sole,
l'aria divenne stretta...
cristalli di parole,
l'ultima bestemmia detta.
Prima che fosse finita
ricordammo a chi vive ancora
che il prezzo fu la vita
per il male fatto in un'ora.
Poi scivolammo nel gelo
di una morte senza abbandono,
recitando l'antico credo
di chi muore senza perdono.
Chi derise la nostra sconfitta
e l'estrema vergogna ed il modo,
soffocato da identica stretta
impari a conoscere il nodo.
Chi la terra ci sparse sull'ossa
e riprese tranquillo il cammino,
giunga anch'egli stravolto alla fossa
con la nebbia del primo mattino.
La donna che celò in un sorriso
il disagio di darci memoria,
ritrovi ogni notte sul viso
un insulto del tempo ed una scoria.
Coltiviamo per tutti un rancore che
ha l'odore del sangue rappreso,
ciò che allora chiamammo dolore
è soltanto un discorso sospeso..