| Canzone per l'estate |
1980 | Fabrizio De André, Francesco De Gregori |
Con tua moglie che lavava i piatti in cucina e non capiva
con tua figlia che provava il suo vestito nuovo e sorrideva
con la radio che ronzava per il mondo cose strane
e il respiro del tuo cane che dormiva.
Coi tuoi santi sempre pronti a benedire i tuoi sforzi per il pane
con il tuo bambino biondo a cui hai dato una pistola per Natale
che sembra vera,
con il letto in cui tua moglie - non ti ha mai saputo dare
e gli occhiali che tra un po' dovrai cambiare.
Com'è che non riesci più a volare
dov’è fuggito il fiero D’Artagnan
dov’è scappato il tuo cavallo bianco
e perché quando fischi non ritorna (1)
Con le tue finestre aperte sulla strada e gli occhi chiusi sulla gente
con la tua tranquillità, lucidità, soddisfazione permanente,
la tua coda di ricambio, le tue nuvole in affitto
le tue rondini di guardia sopra il tetto.
Con il tuo francescanesimo a puntate e la tua dolce consistenza
col tuo ossigeno purgato e le tue onde regolate in una stanza
col permesso di trasmettere e il divieto di parlare
e ogni giorno un altro giorno da contare.
Com'è che non riesci più a volare
dov’è caduto il tuo bell’aquilone
dov’è lo spago lungo fino al cielo
e i cento nodi che gli hai dovuto fare
Con i tuoi entusiasmi lenti precisati da ricordi stagionali
e una bella addormentata che si sveglia a tutto quel che le regali
con il tuo collezionismo di parole complicate
la tua ultima canzone per l'estate.
Con le tue mani di carta per avvolgere altre mani normali
Con l'idiota in giardino ad isolare le tue rose migliori
col tuo freddo di montagna e il divieto di sudare
e più niente per poterti vergognare.
Dov’è la vecchia scatola di cartone
E l’orso con cui ti riusciva di parlare
Lo sai perché le acciughe fanno il pallone
ricordi, sei tu che hai visto Nina volare
(1) Il ritornello che nell'originale dice "Com'è che non riesci più a volare" è stato modificato per provare l'ebrezza della composizioine e per accordare l'originale con ciò di cui occupiamo al gruppo della trasgressione (Angelo Aparo).