| Muri magici |
Barbara Murrighili | 9-06-2003 |
Il muro è arrivare tardi e perdere i treni della vita; il muro è il primo passo verso la costruzione di una muraglia che prima o poi ti frega perché ti rende prigioniero; il muro è forse un concetto basilare e uno strumento che potrebbe essere adattivo, ma se si impara ad usare solo quello come difesa e dall'uso si passa all'abuso, allora si arriva alla muraglia e lì si diventa prigionieri di se stessi.
È sempre interessante e stimolante riuscire a superare i muri o le muraglie altrui o di fatti esterni a noi, scoprire cosa c'è dietro sognando e pensando di trovare risposte e mondi nuovi, ma quando diventiamo noi gli artefici della nostra muraglia si ribaltano tutti i ruoli e scoprire cosa c'è oltre alla nostra barricata non ci importa più.
Allora si aspetta erroneamente che qualcuno arrivi a prenderci al di là del muro, l'amico paziente che con lo scalpello cominci a martellare, o l'amico più irruente che con una spallata lo butti giù; a volte qualcuno ci riesce anche, ma il muro e la muraglia sono magici e si ricompongono in due minuti, perché il muro è dentro di noi e la chiave ce l'abbiamo solo noi. Costruirlo è molto semplice, l'impresa è distruggerlo!