Miché |
Ivano Longo | 17-11-2003 |
Mi chiamo Miché. Appena i miei compagni si addormenteranno entrerò in bagno, dovrò aspettare solo qualche ora, intanto potrò guardare alla mia vita per l’ultima volta.
Mi torna in mente il giorno che mi arrestarono, se avessi preso un’altra strada forse oggi non sarei qui, o forse ci sarei ugualmente, il destino non guarda in faccia nessuno, ognuno di noi ha il suo percorso già scritto da qualche parte.
Questa sera la luna mi sembra più grande del solito, o forse è solo più vicina, mi devo spostare un po’ per vederla meglio, è sempre uno spettacolo guardarla, mi tornano in mente i momenti che l’ho divisa con una bella donna o con un amico mentre aspettavamo l’ora giusta per rubare, è magica la luna.
Sai cosa penso, penso che ci deve essere da qualche parte un motivo per il quale io sono qui in questo momento, o per le cose che ho fatto, sarebbe una delusione troppo grande se poi alla fine di tutto non ci fosse nulla.
Ho deciso di scoprire cosa c’è dall’altra parte, la mia vita in questo posto non è più mia, è degli altri, di qualcuno che ha deciso per me, di qualcuno che solo per il fatto di aver studiato può decidere della mia vita, è assurdo.
Al processo non ho potuto nemmeno dire le mie ragioni, il perché, non ho potuto raccontare la mia vita, le ingiustizie subite, la mia sensibilità, non ho potuto raccontare nulla per evitare questo.
Che strano, stanotte c’è una luce particolare che entra nella mia cella, forse è la luna. I miei compagni dormono tutti, non si accorgeranno di nulla ed io potrò farlo indisturbato, non si è liberi neanche di morire in questo cazzo di mondo, uno deve cercarsi uno spazio anche per questo.
Perché lo faccio?, non lo so, mi sono stancato, e poi voglio che il Giudice sappia, voglio che si senta in colpa per avermi dato tutti quegli anni di carcere, io sono qui mentre lui è chissà dove al caldo, coccolato dai suoi affetti.
Certe volte mi chiedo perché quella mattina non sono andato a pesca, mi piace cosi tanto pescare, se ci fossi andato oggi magari sarei in montagna o al mare. Sta di fatto che invece sono qui ad aspettare che miei compagni si addormentino del tutto.
Però mi piaceva vivere, sai? E’ la cosa più bella che c’è, sento che mi mancherà, mi mancheranno il sole, mi mancherà camminare sotto la pioggia senza ombrello, mi mancherà il pelo soffice del mio cane, la pelle morbida della mia donna, il sorriso dei bambini, mi mancheranno le bevute con gli amici, il mare in burrasca, il silenzio della montagna, le giornate in cui me ne sarei voluto stare con le mani in mano ed invece poi sono andato a lavorare, anche quelle mi mancheranno, lo sento.
Magari nella prossima vita sarò un cane, o un cavallo, libero di correre dove voglio. E se poi mi incarno in qualcosa di stupido, che ne so, magari uno Stercoraro, che vita che sarebbe?
Però dai, alla fine anche se oggi sono qui non è stata una brutta vita la mia e ho appena quarant’anni, magari farò in tempo ancora a costruire qualcosa di positivo, qualcosa che rimanga, magari quando uscirò troverò una donna che mi ama, che mi faccia compagnia, con la quale poter parlare di tutto, sarebbe bello, potrei ricominciare da capo.
So che se voglio ce la posso fare, in fin dei conti la vita non è poi così difficile da vivere, ci sono persone che stanno veramente peggio di me, qualcuno è su una sedia a rotelle, qualcuno è cieco, io ho tutto, posso avere tutto.
La luna si è spostata, facciamo così, per questa sera lascio perdere, vediamo domani come va, magari succede qualcosa per cui valga la pena di vivere.
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