Elisabeth

Patrizia Provasi

01-03-2004

Ciao mi chiamano Kaily, ma il mio vero nome è Elisabeth. Ho 17 anni. Faccio il mestiere più vecchio del mondo.

Come tante sono scappata dal mio Paese perché la mia famiglia era povera e non c’erano soldi per mantenere anche me. Tutti i miei fratelli sono più giovani e allora i miei genitori mi hanno detto: “Devi arrangiarti da sola. Lascia il Paese e trova la tua strada!”.

E così ho dovuto fare. In Romania non si trova lavoro; sono stata costretta ad abbandonarla e, sola e impaurita, sono arrivata qui, in Italia.

Ho trovato un uomo che diceva di amarmi. Mi è sembrato strano; ho detto: “Sono davvero fortunata ad aver trovato un uomo che mi vuole bene. Di solito, non c’è vita facile per le ragazze come me. Se ne sentono tante di storie di ragazzine costrette a prostituirsi per guadagnare qualche soldo! Io sono stata proprio fortunata”.

Ma la fortuna ben presto mi abbandonò. Dopo pochi mesi ero già la prostituta più famosa di Via del Campo.

Il mio “uomo” mi faceva tante raccomandazioni: stai attenta alle malattie, difenditi da coloro che vogliono farti del male e che vogliono rubarti i soldi (allo scopo di difendermi, infatti, mi aveva dotato di un piccolo coltellino a scatto), tutto quello che guadagni devi darlo a me. Ma la raccomandazione che suonava più importante ed imperiosa sembrava essere: non innamorarti mai di un cliente!

E’ da tre anni ormai che vendo il mio corpo ad ogni tipo di persona: giovani, vecchi, belli, brutti, ma oltre al piacere fisico che provo giacendo con loro, non ho nessun altro tipo di scopo se non quello del guadagno.

Ma un giorno succede l’imprevisto: arriva un ragazzo alto, biondo, con gli occhi azzurri… il classico principe dei sogni. Qualcosa mi colpisce di lui al primo impatto, ma non riesco a capire cosa. Sembra un cliente come gli altri, ma quando ci appartiamo, lui rifiuta le mie prestazioni.

Mi dice: “Ho solo voglia di parlare con te. Non ti preoccupare, non ho brutte intenzioni. Voglio solo capire cosa ti ha spinto a fare questo lavoro e cosa ti trattiene ancora oggi. Non credi di essere abbastanza intelligente per trovare un'altra occupazione?”. Allora cominciamo a chiacchierare, anche se da parte mia c’è un po’ di diffidenza, perché non mi era mai capitata una situazione del genere. Il tempo, però, ben presto scade: gli dico che non posso stare con lui oltre un certo tempo perché altrimenti il mio “uomo” se ne sarebbe accorto e avrei preso botte. Lui capisce perfettamente la situazione e, dopo avermi pagato la somma pari ad una mia prestazione, se ne va.

Penso a quanto sia stato strano il comportamento di questo ragazzo, ma non ho speranze di rivederlo. E invece mi sbaglio perché la sera dopo, eccolo lì che mi aspetta. Si ripete la stessa situazione della sera precedente e così accade per qualche mese.

Tutto fila liscio: il mio “uomo” pare non accorgersi dell’inganno. Io e il mio amico ci vediamo regolarmente tutte le sere, parliamo e tutto finisce.

Ma un giorno lui non si fa vedere. Sono preoccupata: gli sarà successo qualcosa? Forse il mio “uomo” ha capito tutto e gli ha fatto del male, ma cosa può avergli fatto? Oddio, io lo conosco: so cosa è capace di fare quando si infuria… e in questi giorni era più nervoso del solito. No, mio Dio, ti prego! Fa che non gli sia capitato nulla, ma che sia solo in ritardo o che abbia avuto un contrattempo per cui non sia potuto venire!! Ti prego, ti prego!!

Ma le mie preghiere non furono ascoltate.

Infatti, fin dal primo incontro avuto con il principe azzurro, il mio “uomo” si era accorto di tutto (“Non sei la prima puttana sotto il mio controllo” mi aveva urlato “so quanto potete essere bastarde!”) e aveva preso dei provvedimenti. All’inizio erano solo occhiate di sfida, a cui il mio amico non aveva prestato attenzione; poi, vedendo che la cosa non si risolveva, era passato alle minacce, a cui però il mio principe non aveva ceduto in nome dell’amore che provava per me, ma che non mi aveva mai dichiarato apertamente e, infine, lo aveva ucciso con un colpo di pistola dritto al cuore.

Ora sapevo cosa gli era successo. Era morto per amore. Era morto perché teneva più a me che alla sua vita. Questo è stato il più bel gesto d’amore che ho ricevuto in tutta la mia breve esistenza: nessuno aveva mai fatto nulla per me. Il gesto del mio principe lascerà sempre nel mio cuore un segno indelebile, un misto fra dolore, rabbia e gioia.

 

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