Meno male che c'è il male

Franco Scoccimarro

Arte su Web 05-05-2007
 

Si ripete sempre rinnovato nelle rappresentazioni, antecedente l’epoca storica, impastato in tradizioni orali e graffiti, divinità innominabili e statuette votive.

Già, se non ci fosse il Male, quale valore avrebbe il bene?

In assenza, mancherebbe la coscienza come capacità di collocare se stessi nell’universo psico-fisico.

Così si passa dalle posizioni granitiche…

  • Dei del Male – Dei del Bene
  • Dio  -  Diavolo
  • Corano - Infedeli
  • Supereroi – Nemici della Comunità

a quelle più dialettiche

  • Filosofie Orientali
  • Filosofie e miti greci
  • Epoca del Magnifico, Firenze e Granducati
  • Umanesimo (evoluzionistico)
  • Illuminismo

Alla radice:

In realtà male e bene somigliano ad un codice binario, come la matematica in grado di descrivere la realtà, o forse ai costituenti fondamentali della materia, esito di precari equilibri di carica + oppure -.

Questo modo di concepire le due categorie non esclude affatto le posizioni “dialettiche”, ne dà invece una descrizione quantificata ed estremamente articolabile; addirittura il “Quanto” può essere pensato come la variazione minima rispetto ad un sistema in quiete, in grado di farlo cambiare. Ci si può chiedere se Male o Bene siano causa o effetto della variazione di cui sopra (però mi sembra una questione teosofica) ammesso ma per nulla concesso che la condizione di partenza possa essere definita “neutra”.

Meno fondamentale:

La rappresentazione della difficoltà nel sentirsi al contempo individui e parte di comunità o insiemi. In questo caso, Male potrebbe equivalere a difetto di comunicazione o di trasmissione, anzi ogni trasgressione si può descrivere in questo modo.

In quale modo porsi rispetto alla questione: Male e Bene sono più luoghi del sentire o della logica? Il giudizio può  entrare in conflitto al prevalere di uno dei due?

Anche volendo fingere che Male o Bene possano esistere indipendentemente uno dall’altro, il primo sembra concettualmente coincidente con il nulla e quindi negazione del reale, l’altro senza il primo una bomba autofertilizzante non meno autodistruttiva.