Lettera aperta al Gruppo della trasgressione

Dal Liceo E. da Rotterdam

Prg. Carcere immaginato 14-03-2008
 
Ciao,

siamo cinque studenti del Liceo delle scienze sociali "Erasmo da Rotterdam", di Sesto San Giovanni. Siamo stati invitati ad esprimere le nostre opinioni riguardo alla vita che conducete in carcere.

A nostro avviso, a prescindere da come impiegate il vostro tempo all'interno dell’ambiente che alcuni chiamano “inferno del carcere”,  ciò che ci rende ostili nei vostri confronti è la certezza che tale forzata prigionia abbia alla base un reato più o meno grave. Troviamo a dir poco ridicolo che a mantenere in vita individui come voi, che avete arrecato danno a persone innocenti, sia il lavoro delle vostre stesse vittime.

Ci rendiamo conto che, probabilmente, tra di voi ci sono anche persone che non hanno commesso reati così gravi e non vorremmo correre il rischio di generalizzare. L'idea che noi abbiamo della vostra vita all'interno del carcere, è ipotetica poiché è scarsa l'informazione da parte dei media. Quello che possiamo immaginare è che qualcuno di voi svolge qualche lavoro all'interno e all'esterno del carcere e che per tutti ci sia un momento di svago durante la giornata.

Per quanto riteniamo che la detenzione sia difficile da un punto di vista emotivo e psicologico, siamo dell'opinione che questa azione punitiva sia giustificata dal fatto che siate venuti meno al rispetto degli altri e della legge.

Essendo studenti di un Liceo Sociale, non possiamo che sottolineare quanto sia lecita la vostra carcerazione, ma anche il vostro reinserimento nella società odierna.

Speriamo che questa lettera possa farvi riflettere sulla matura responsabilità che, una volta usciti da San Vittore, dovrete dar prova di aver consolidato, non ricadendo per la seconda volta nello stesso errore: la rieducazione è una possibilità concessavi una sola volta; dopodichè vi sarà unicamente la punizione.

Arianna, Giorgia, Alessia, Luca