La recita |
Mariella Tirelli | 14-07-2006 |
Il copione è stato studiato nei minimi dettagli, della scena del crimine si conoscono tutti i particolari, sono stati controllati gli orari, il sistema di allarme, le abitudini delle persone, i loro percorsi. L’unico interlocutore è il bottino, la partita si gioca fra il rapinatore e la preda: quello che gli è stato negato o non può avere. E’ una recita solitaria, anche se si fa parte di una banda. Le sole realtà sono il proprio bisogno e il percorso per colmare la distanza. La potenziale vittima è una variabile che può impazzire, irrompendo sulla scena e mettendo in pericolo il risultato. Di questa variabile si tiene conto e la gamma delle reazioni, fino a quella estrema, è scontata. Il rapinatore, per una volta, vuole stare da solo sul palcoscenico, essere protagonista unico.
Davanti ad un pubblico, lo stesso rapinatore freddo e determinato suda, la voce resta in gola, non sa dove nascondere le mani che tremano, non è più solo, è venuto lì per non essere solo: dalla sala lo guardano quelli che gli hanno fatto del male e quelli cui ha fatto del male. I conti non tornano, il male sofferto non è stato scalfito. Può guardare davanti a sé e chiedere a tutti di salire sul palcoscenico per vedere con lui il male causato e contribuire ad accettare il male ricevuto, ma può anche lanciare una sfida: appropriarsi del palcoscenico, voltare le spalle al pubblico e cominciare la recita.
E’ una scelta difficile, le mani tremano.
Il teatro racconta la vita, gli intrighi, l’amore, l’odio, la vendetta, le scelte fatali, le piccole scelte, racconta degli uomini e delle donne che stanno in platea, che sono venuti inconsapevoli a sentire narrare di se stessi, a conoscere dei loro limiti e delle loro imperfezioni, della miseria e della grandezza. Il copione è preciso, ogni battuta è funzionale a quella che segue, l’attore non irrompe sulla scena, entra al momento giusto, non si appropria di nulla che non gli sia stato consegnato.
La vita è spesso una recita a soggetto, una maschera, tante maschere, tante finzioni, nessuno schema, nessuna prova. La recita riesce, gli attori sono bravi, quando portano gli spettatori sul palcoscenico e questi si riconoscono nella recita. Quando la recita riesce, quando gli attori sono bravi, qualche maschera può cadere.