Nelle riunioni precedenti, leggendo e confrontando i vari scritti, sono emersi sostanzialmente due poli di pensiero:
Il compito di intrecciare questi due poli e farli diventare convergenti anziché divergenti è assai arduo.
Come sostenitore della prima linea di pensiero mi viene naturale credere che le mie azioni sono una mia libera scelta, pur lasciando un margine d'attendibilità al fatto che quella parte del mio inconscio, quella memoria virtuale su cui io consciamente non scrivo ma leggo solamente, interferisca e sia parte attiva d'ogni mio gesto e decisione. Io riconosco che esiste una parte di me inconscia che in ogni modo interagisce con le mie scelte, ma fino a che punto posso credere che io, non agisco per mia volontà?
I sostenitori del secondo polo di pensiero, a quanto mi par di capire, non si riconoscono mai un potere decisionale volontario, ma ogni loro scelta di movimento e di pensiero sembra gravemente manovrata da una regia occulta che si dice inconscio.
Come si può trovare un intreccio tra queste due tesi?
L'unico momento convergente tra questi due pensieri forse lo troviamo proprio nell'attimo in cui si scontrano e proprio perché incompatibili si attraggono.