Il nano di Fabrizio de André | |
Ivano Longo | 09-11-2003 |
Nella produzione di Fabrizio De Andrè, diverse canzoni parlano del rancore; una di queste è "Un giudice”.
In questo caso, il rancore viene proposto come l’effetto delle numerose derisioni subite dal nano per la sua statura. Il personaggio poi, fa di tutto per ottenere un risarcimento per le offese subite; egli coltiva un desiderio di vendetta verso il mondo (anche verso le persone che non lo hanno direttamente offeso), ma individua per farlo un mezzo singolare: studia per anni, per diventare Procuratore e poi Giudice.
La canzone, nonostante il suo registro ironico, è drammatica: il nano diventa giudice per vendetta, utilizzando cultura e potere non per fare giustizia in un mondo in cui ha subito le offese che patiscono i deboli, ma per restituire offese dall’alto della sedia su cui siede come giudice. Ciò facendo, finisce per dare ragione a quei sentimenti e a quelle persone che lo hanno giudicato inferiore e cattivo.
Per vendicarsi, ribalta i ruoli fra chi offende e chi viene offeso e trascura il suo mandato, cioè trascura la giustizia e fa prevalere gli schemi di coloro che lo hanno fatto soffrire.
A questo punto mi sono guardato dentro e mi sono posto una domanda: quante volte il mio rancore non ha badato ai sentimenti degli altri? Credo molte volte, queste situazioni le ho tutte dentro e certe volte sento il bisogno di essere perdonato o di perdonarmi.
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