Presentazione della mostra fotografica

" Viaggio in Persia" di Ennio Vicario

al palazzo Tiranni Castracane di Cagli (Pesaro e Urbino).

Hossein - Fayaz

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Ho l'onore di conoscere il Professor Ennio Vicario da molti anni. L'autore e il raccoglitore di un archivio fotografico tra i più importanti nel mondo sui paesaggi, la vita della gente ed i monumenti architettonici e storici di questo Paese.

Il Professor Vicario nel corso dei suoi viaggi annuali di lavoro in Iran in questi ultimi 35 anni, con le sue foto ha narrato in modo eccellente la storia multimillenaria della Persia. Le foto di Ennio Vicario sono il risultato del genio e della sensibilità artistica dell'autore, della sua tenacia, perseveranza, bravura, operosità, onestà intellettuale e di un amore immenso per un popolo ed un Paese lontano del Medio oriente.

La Persia, un Paese ed un popolo lontano geograficamente dall'Italia, ma vicino nelle tradizioni popolari, per la cultura e la storia comune di molti secoli dell'era Romana. Comuni sono anche le origini di razza, infatti ambedue appartengono al gruppo dei popoli Indo-Europei.

 

 

 

Le belle immagini realizzate, talvolta con tanta fatica, da Ennio Vicario dei reperti ed i monumenti archeologici, delle moschee, dei caravanserragli, dei paesaggi e della vita delle genti che popolano attualmente l'altopiano iranico, rendono reale alla vista del visitatore una Persia da sempre immaginata. Un Paese bello, colorato, artistico, dove l'accoglienza e l'ospitalità hanno tradizioni millenarie. Le sue foto, per molti versi sono vere e reali, ma molte volte la loro straordinaria spettacolarità si deve alla bravura dell'artista, a mio parere uno dei più grandi fotografi contemporanei.

 

 

 

Nella primavera del 1999 ho avuto il piacere di accompagnarlo nella mia regione (Khorassan) e provincia (Kashmar) d'origine per la realizzazione di un servizio fotografico sui monumenti e reperti archeologici di quella zona. Ho assistito, meravigliato, alla forza e tenacia di un uomo ultra sessantenne. Quel giorno, nel sito di Tappe (collina) Firuz Abad, situato nella neoprovincia Bardascan, a 105 chilometri ad ovest di Kashmar, sotto un sole cocente alla ricerca di qualche immagine, scalava l'alta collina dei reperti archeologici del periodo preachamenide, risalente a 25 - 30 secoli fa. Il nostro gruppo era formato dall'instancabile Ennio, da un interprete iraniano Hadi Kashani che spesso lo accompagna nei suoi viaggi in Iran, dell'autista del fuoristrada e da me, che nell'occasione facevo la funzione della guida locale. Eravamo in una pianura immensa con i meravigliosi frutteti di pistacchio, grandi alberi sempre verdi a forma di un enorme ombrello ed in quella stagione pieni di grappoli di frutta. In quelle ore di tarda mattinata, il termometro superava i 40 gradi. Ennio, instancabile come sempre, scattava le foto e cambiava il rullino. E' bene ricordare che eravamo ai margini del grande deserto salato centrale dell'Iran Kavir Lut. Alla fine, il calore dell'aria, la stanchezza e la sete mi costrinsero a ritirarmi all'interno del nostro fuoristrada che aveva il motore ed il condizionatore d'aria accesi, mentre Ennio, pur avendo qualche anno più di me, per quasi un'altra ora continuò il suo lavoro. Io rimanevo con il fiato sospeso, mentre lo vedevo arrampicarsi sui muri alti e sulle cupole dei monumenti per scattare un'immagine dall'angolazione che gli piaceva. Racconto questi episodi per aiutare i visitatori di questa mostra a comprendere i retroscena e l'impegno di queste foto, precisando che quelle esposte costituiscono soltanto una piccola parte delle opere di Ennio Vicario sulla Persia.

 

 

Queste immagini sono dunque il risultato del genio, della fatica e dell'impegno immenso di questo artista dignitoso e schivo, che ha dedicato gran parte della sua vita a conoscere e far conoscere la Repubblica Islamica dell'Iran agli italiani ed al mondo intero. Molte di queste foto sono irripetibili ed hanno un inestimabile valore storico, in quanto documentano i particolari di città, di monumenti e dei loro abitanti scomparsi a causa di terremoti, come quelli di Tabas nel 1978 e di Bam nel 2003,o danneggiati dall'uomo o rifatti. Ennio in questi lunghi anni, con le sue regolari campagne fotografiche, ha documentato l'evolversi delle vicende dei maggiori monumenti storici dell'Iran.

Grazie anche a queste foto, alcune delle quali già pubblicate, le autorità iraniane ed internazionali si sono sensibilizzate a diversi interventi per la salvaguardia dei tesori archeologici e monumentali persiani.

Mi auguro di poter vedere quanto prima stampata una raccolta rappresentativa delle sue opere in un libro, per far conoscere meglio il mio Paese di origine e perché il mondo intero possa avere accesso alle immagini uniche nel loro genere di una vasta area, conosciuta universalmente come la terra dell'alba della civiltà.

La Repubblica Islamica dell'Iran (la Persia), oggi più che mai ha bisogno di farsi conoscere per quello che era nel passato ma anche e sopratutto per quello che è oggi. Questa iniziativa mi sembra una delle più significative fra quelle organizzate in Italia nell'anno corrente. La mostra assume un significato particolarmente importante, in un momento cosi buio e triste nei rapporti tra l'Italia ed il mondo islamico Medio orientale, perché emana un messaggio forte di simpatia ed amicizia tra il popolo italiano e quello iraniano. E' un esempio corretto di come dovranno essere i rapporti bilaterali tra i popoli. Interesse per la storia e la cultura di un altro popolo per conoscerlo meglio nell'amicizia e rapporti paritari bilaterali e non nella logica del dominio o dello sfruttamento.

Un grazie di cuore ad Ennio Vicario per queste opere meravigliose ed eterne. Grazie All'Associazione Culturale Contemporaneo ed al suo presidente Professor Bruno Marcucci che ha promosso questa iniziativa di grande valore morale ed artistico. Di valore morale in questo momento delicato storico nei rapporti tra Occidente ed Oriente. Un esempio concreto di ricerca di conoscenza reciproca e preparazione del terreno per un dialogo costruttivo tra le due civiltà ed una convivenza possibile nel futuro. Una grande luce ed uno sforzo al servizio del progresso e della pace. Come dice un detto persiano "ogni lume nel buio della notte è una luce, anche quella di una lucciola".
E grazie alla città di Cagli (provincia di Pesaro e Urbino), al suo Sindaco, alla sua cittadinanza ed in particolare all'Assessore alla cultura Dottor Stefano Manfucci, che hanno ospitato nella cornice storica, bella e prestigiosa del Palazzo Tiranni Castracane di Cagli, questa mostra fotografica di Ennio Vicario sulla Persia. Grazie anche all'iranologo di fama mondiale il Professor Gherardo Gnoli per il magnifico intervento nell'occasione dell'inaugurazione di questa bella mostra (16 ottobre 2004).