Una storia sospesa |
Giuseppe Liuni | 17-09-2009 |
Sono qui in cella, cosa rara per me. Anche se sono detenuto come gli altri, ho poco tempo per stare in cella, tranne la sera che mi addormento molto presto.
E’ un po’ di tempo che frequento il Gruppo della Trasgressione ed è un po’ di tempo che cerco di guardarmi dentro. Più ci penso più mi convinco che ero, e forse lo sono ancora, un grande egoista. E’ una scusa che facevo quello che facevo per fare stare meglio la mia famiglia, in realtà lo facevo solo per me stesso e non pensavo al male che arrecavo ai miei. Loro si intimoriscono solo a vedere una divisa e provano vergogna se qualcuno sa dove sono, mentre a me non mi fregava niente tranne che ottenere tutto quello che volevo con il minimo sforzo.
E’ difficile cambiare idea e modo di vivere ma non è impossibile; la strada è lunga. La prima cosa da fare è cercare di essere meno egoisti e pensare, ma con serietà, alle persone a noi care e ascoltarle, non pensare che noi siamo perfetti. Dobbiamo guardare la realtà del nostro comportamento, abbiamo fatto solo terra bruciata, causando dolore e sofferenze ai nostri cari, senza contare il mio amatissimo nipote, per il quale fino a poco tempo fa sono stato padre e nonno perché mia figlia è una ragazza madre.
Devo raccontare com’è andata. Circa quattro anni fa la mia Eleonora è rimasta incinta e per timore di me decise di abortire senza dire niente; si confidò però con mia sorella che mi informò. Immaginate la mia reazione, fuochi e lampi. Per un paio di giorni non rientrò a casa, io non la volevo più. Poi le dissi di tornare. Il 19 novembre andammo all’ospedale Niguarda per abortire, ma quando toccò a lei scoppiò a piangere, si rivolse a me e mi disse “io vorrei tenerlo”. A quel punto le risposi che non c’erano problemi e che avrei pensato io a tutti. Purtroppo, per il mio egoismo, li ho traditi entrambi perché circa due anni fa mi invaghii di una ragazza molto più giovane di me e, sempre per il mio modo di essere di allora, ho pensato solo a me stesso. Fu una delusione per tutta la mia famiglia, di più per Elio che fino ad allora mi vedeva come un papà perfetto. Poi il mio arresto ed ora la riflessione e i miei rimorsi per gli errori commessi.
Non potete immaginare la carica che mi dà il mio nipotino, è festa ogni settimana quando mi viene a trovare, mi chiede sempre quando torno a casa, questo mi addolora ma mi dà la forza e vivo con il pensiero di recuperare il tempo perduto e cercare di farmi perdonare da tutti e recuperare la fiducia di tutti, cercare di essere meno egoista e non pensare che sono perfetto. Ho una moglie che nonostante tutte le mie cazzate mi perdona e ancora mi ama e questo dovrebbe bastare per farmi combattere tutte le mie battaglie e vincerle per loro che sono il mio lato pulito. Ci riuscirò? Spero di sì, sicuramente ce la metterò tutta.