La regina dell'oblio

Eric Bozzato

   

 

Foto di Carla Zaffaroni

 

Investimi di passione, dolce regina dell’oblio, accoglimi nel buio sentiero della tua “non sapienza”, accarezza la mia fierezza ma non esitare a gettarmi nella ciotola dei colori che astutamente hai coperto col tuo manto nero, e ti prego non svegliarmi una volta addormentato nei colori della vita…

È nero, qui; dove sono mia regina, non trovo un fondo in quest’immenso nero.

È buio… è nero, ormai, ci sei dentro audace fratello, non importa che tremi, affari tuoi se fa freddo, non ci sono eroi qui a farti da guida, non ci sarà nessun superman pronto a salvarti, non porti domande ora perché tutto o niente è la risposta; non è il bene ciò che ti hanno insegnato essere tale… non è il male quella figura scura che ti ha fatto tremare. Disimpara per poter finalmente comprendere, dipingi il tuo destino, coraggioso guerriero e gioca con il buio a vederlo realizzare. Non uscire dal sentiero dell’incerto, non abbandonare la proposta eccitante del punto interrogativo, continua, audace, a formulare domande e armati per sconfiggere il mito delle banali risposte.

Non so! Non capisco… non sento più il seno di mia madre, non so più cos’è un uomo ne so più chi sono io… Non uscire da quel buio mio intrepido bambino, un brutto mondo c’è qui fuori, almeno tu detesta la guerra e non predicare la pace ma… sii la pace.

Uno stupido timido ogni tanto, un coglione che mostra indifferenza altre volte, ma chi sono dunque io che ormai stanco mi detesto.

Su sorridi, intrepido solista di questa falsa orchestra, perché hai vinto tu che, piangendo lacrime di sangue, ti disperi di aver perso. Ecco qui il tuo colore conquistato con coraggio, scegli tu il pennello per creare il paesaggio

Solo il nero, mia signora, tutto il resto è un miraggio.

 

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