Composizione (canzone)

vincenzo Romano

   

 

Foto di Carla Zaffaroni

 

Creare qualcosa che non c’era,
una canzone, una frase di base, un semplice colore
che abbaglia le finestre con il passo delle ore,
solleticando i muri lentamente con amore,
qualcosa che rimane in mente come da copione
prendendo a morsi la realtà che
il paesaggio impone,

sommando quell’estremità
comprese d’opinioni,
di chiacchiere, di gente in spiaggia sotto l’ombrellone
che rappresenta con i mass media la vita attuale,
comunicando con l’esterno in tempo reale
le novità che stimolano voglia di cambiare
fino  arrivare a immaginare un
mondo virtuale

che anche fosse chimica crea
l’atmosfera magica
che sradica la noia e la tensione
scarica
piccante come paprica o rucola
selvatica
ma dolce come il miele nel vasetto di ceramica,
composizione
di quegli agenti ubicati alla
perquisizione
seguendo i loro compiti controllano a tastoni
festeggiano quando la carne è in
bocca ad un campione e
gli sussurrano alle orecchie…
sei un gran coglione

di quelli anziani al circolino retti da un bastone
che il tempo parcheggiato come ombrelli nel portone
travolti dalla vita con la forza di un ciclone
ma che costantemente hanno trovato una ragione
di cose belle brutte e buone

composizione
di regole legate alle persone

composizione
di solamente chiacchiere e parole

composizione
di speranza di vita migliore
di certe situazioni strane

composizione
di macedonia con banane

composizione
dell’esperienza che rimane

composizione
di queste nostre vite umane

composizione
di tolleranze di cartone

composizione
di cerchi in lega uniti al copertone

composizione
di vagabondi alla stazione

composizione
di figli senza un volto e senza un nome

composizione
se questo gruppo di persone ora sono insieme
è per creare quel qualcosa che era una canzone
capace di svegliare in noi quest’altra sensazione
che sprigiona calore
quando la notte muore.


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