Lo psichiatra
Martedì 12 Febbraio 2002

«Viveva fasi cicliche tra l´eccitazione e l´appagamento»

TORINO


«La voglia di provare emozioni forti era presente in lui, ma è sempre stata costretta a uno stato latente. Improvvisamente si è scatenata». Per Paolo Pancheri, professore ordinario di Psichiatria all´Università La Sapienza di Roma, la «terapia d´urto» scelta per combattere la depressione da parte dell´impiegato-rapinatore torinese si spiega con la «presenza sotterranea del desiderio di rischio».

Cosa può aver scatenato questa spirale di rapine? Ha influito davvero la delusione d´amore?

«E´ difficile pensare a un atto di follia e non è certo un gesto che possa assomigliare alla cleptomania. La rapina in banca è un fatto ben diverso, c´è premeditazione, si devono fare calcoli e preparativi. Piuttosto è stata una decisione di cambiare vita. Il fatto di essere stato abbandonato dalla moglie può aver determinato una moderata azione depressiva, ma poteva essere scatenata anche da altre circostanze».

Quindi una decisione di fare un taglio con il passato?

«A un certo punto della sua esistenza l´impiegato ha smesso di fare una vita apatica e normale, contraddistinta dalla routine giornaliera e ha scatenato la sua voglia latente di affrontare il rischio. Dentro di lui possedeva elementi di ribellione; la separazione può aver indotto l´attivazione della dopamina del cervello. Le rapine, comunque, sono da collegare al gusto di affrontare il rischio. E, poi, altro elemento importante, anche il bottino veniva impiegato alla ricerca di emozioni forti».


Può essere davvero improvvisa questa liberazione dell´amore per il rischio?

«Si può convivere con questo desiderio: forse aveva paura del rischio, ma di fatto l´ha sempre cercato e voluto. Per anni, però, è riuscito a condurre una vita entro i binari della normalità. Probabilmente era proprio la paura del rischio che lo teneva fermo e inibiva il desiderio di brividi».

Le rapine potevano diventare una spirale infinita?

«Difficile da definire. Sicuramente ha provato un eccitamento crescente fino alla `´gratificazione´´ del successo del colpo, per poi avere una reazione opposta, culminata con un nuovo periodo di assoluta tranquillità, per poi subire un nuovo eccitamento».